sabato 1 giugno 2019

Chebureki, ravioli fritti dei tatari, versione 2


Da Artemisia

Ho già fatto i Chebureki; questa seconda versione è migliore; ho cambiato impasto, senza uovo, ma soprattutto ho capito che bisogna sedercisi sopra: piatti, schiacciati. E poi li ho fatti grandi: 18cm per 11 circa. Sempre con farcia da samosa vegetale, patate - coriandolo - cumino nero. Farcia che va anch'essa schiacciata a mezzaluna, ancor prima di serrare il raviolo, con grande attenzione ai bordi sigillati: dopo la frittura sono quasi vuoti perché si gonfiano, ma non vuoti. Sul tavolo di Maggio 2014. Spuntino con Chebureki, ravioli fritti dei tatari. Questi chebureki erano anche nel menu di Maggio 2014. Cena uzbeka numero due. Poiché sono provati e riprovati, vanno in Officina riparazioni, il tag delle prove.

Vengono 12 chebureki grandi.  

Pasta

Mezzo bicchiere d'acqua, due cucchiai di olio vegetale (noi, d'oliva; loro sesamo, girasole...), uno di liquore (ne ho usato uno all'anice) un pizzico di zucchero e uno di sale, la farina00 che prende. 


Farcia

5/6 patate lessate, pelate, schiacciate; condite con aglio in crema, sale, pepe nero appena macinato, cumino nero orientale, coriandolo fresco triturato; tutto in giusta abbondanza. L'impasto è verde aromatico, sapido.

Dividere la pasta in 12 pezzi uguali.

Farne dodici dischi sottili.

Spalmare l'impasto su metà disco, chiudere, pressare bene i bordi, tagliarli con la rotellina dentata.

Friggerli in olio vegetale e servirli caldi dopo averli ben scolati su carta da cucina. 

Si possono surgelare prima di friggerli.

  

 


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