Da Mentuccia Fibrena, la cugina di campagna di Artemisia
E' un piatto universale del meridione: pasta senza uova, sapientemente
maltagliata, e fagioli. Ogni borgo ha la sua versione, ciascuna è
squisitissima. L’assenza d’uovo conferisce alla pasta caratteristiche,
tra cui la speciale cremosità, che vi preghiamo di non sciupare.
Scriteriate massaie di campagna, cui ha dato alla testa la recente
ricchezza della dispensa, ci schiaffano un uovo. Non fatelo. Questa è
una versione della Valle di Comino. Nella ricetta, corale, sono evocate Adalgisa, Luisetta, Gigina, Elena… ognuna dice la sua, lascia una traccia, dà consigli. Quanto ai fagioli, adattissimi sarebbero i deliquescenti fagioli cannellini di Atina della Cooperativa agricola del Mollarino. La loro caratteristica è deliquescere,
ovvero che hanno la proprietà di risolversi in liquido, di liquefarsi,
disciogliersi: sono andata in deliquio. E' un prodotto IGP della Valle di Comino, in fase istruttoria per la DOP. Buccia
molto sottile, cottura senza ammollo: 40/55’. In bocca ne senti tutta la deliquescenza, senti la tenera
tenerezza della loro buccettinuzza. La morte loro sono i tagliarini e fagioli, ad Atina detti pappafuocchie. Li ho anche accostati con il radicchio e la pancetta. Circa la deliquescenza:
Quando
Proserpina viene rapita da Plutone re degli inferi, la ninfa Ciane
emerge fino alla vita dalla fonte che prende nome da lei e gli si para
davanti, allargando le braccia. Vuole dissuaderlo, lo rimprovera
aspramente, gli dice che così non si fa con le fanciulle, che non è
modo. Quello la ignora con tutta la sua protervia di dio importante e
infernale. Fa roteare terribilmente la sua mazza, lanciandola verso il
fondo delle acque presidiate da Ciane; la terra si apre e carro e
cavalli precipitano nel varco che si è aperto, andando verso l’Ade. La
ninfa, afflitta e perdente, dal disappunto deliquesce, si trasforma in
acqua.
…Ciane, angosciata per il rapimento della dea e per la
brutale violazione della sua fonte, portava dentro di sé in silenzio
una ferita insanabile tanto che si consumò fino a fondersi in quelle
acque di cui era stata prima la divinità. Era visibile il rammollirsi
delle sue membra, il flettersi delle ossa, il fiaccarsi delle unghie. Le
prime a mutarsi in liquido furono le parti più fine e leggere: i
capelli cerulei, le dita, le mani e i piedi; il loro passaggio allo
stato liquido fu facile. Poi le spalle, la schiena, i fianchi, il petto
persero consistenza e scivolarono via in rivoli sottili. Infine l’acqua
prese il posto del sangue vivo nelle vene svigorite e non restò più
nulla che si potesse stringere tra le mani.
D'ora in poi
sostituiamo l'abusato e anatomico "si scioglie in bocca" con "veramente
deliquescente!". Pensateci: ci chiniamo assorti e assaporanti sul
piatto, poi tiriamo su la testa e irradiando una compiuta soddisfazione
esclamiamo: "deliquescente, davvero!".
I tagliarini e fagioli si possono fare in anticipo? Sì. Si completa il
piatto e lo si mette in attesa in una pentola. Al momento di servire, i
tagliarini si scaldano e si sciolgono con un po’ di acqua di cottura
conservata e resa di nuovo bollente (in mancanza, acqua salata). Nel
dettaglio: l’acqua bollente va versata nella pentola dove stanno i
tagliarini e fagioli freddi; si accende il fuoco, si mescola per
sciogliere l’intrico di taglierini, si lascia sulla fiamma per qualche
minuto. Se si prevede di scaldare, ridurre di un etto la quantità di
pasta prevista, perchè restando lì, "cresce". Nelle prime foto i tagliarini del menu di Agosto 2007. Lazio. Val di Comino. Il menu dei tagliarini e fagioli. I tagliarini, fatti da Adalgisa, sono conditi in
bianco, un classico, il da me più amato. Potete vedere come li fa, passo passo, Adalgisa. I
suoi tagliarini hanno uno “stile” stretto e corto; altre li fanno
appena più larghi e lunghi. La cucina della casa della Valle di Comino ha tre finestre: una dà sulla
valle, due sul
giardino, e il tiglio dai due tronchi avvitati entra in una delle due
con rami e foglie. Sotto la finestra cresce una rosa incognita. La casa è
attraversata da una traiettoria che attraverso il portone
chiodato porta dall'ombra della strada alla luce della valle,
passando prima dall'androne a volta, poi dal cosidetto ingresso con la
scala che scende in giardino, luogo di letture, e approdando infine al
balcone. Artemisia cucinò i tagliarini un giorno di maggio. Questo piatto è squisito. Perché farlo così di rado?
Ovvero: si può fare anche a Roma (per 8 persone, metà della
quantità indicata per 12). Con fagioli ottimi: zolfini
cotti nel fiasco. Condimento bianco. Con l'aggiunta di
peperoncino, e alla fine pepe nero macinato al momento. Sul tavolo di Maggio 2019. Ritrovarsi (quelli nella ciotola turchese). Furono anche nel menu di Maggio 2019. La presidentessa (quelli nella ciotola cinese berde e rossa).
Tagliarini e fagioli della Valle di Comino
Per 12 persone.
Pasta:
500g di farina00, sale e l'acqua tiepida che prende per ottenere una pasta soda ed elastica.
Farla riposare sotto una pentola calda per 10' almeno, si stenderà più
facilmente (accorgimento di Mentuccia; Adalgisa dopo il riposo la lavora
abbastanza, arrotolandola e ristendendola).
Dividerla in due panetti.
Tirarla sottile (1 1/2, 2mm).
Appoggiare i dischi di pasta su una tovaglia e lasciarli scoperti
aspettando che asciughino al punto giusto, o la pasta si incollerà (un
quarto d'ora circa; Luisetta aspettava che i bordi iniziassero a
seccare).
Infarinarli (Adalgisa lo fa con farina di grano duro).
Arrotolarli in rotoli laschi e alquanto piatti.
Tagliarli a listarelle di 1cm circa (Adalgisa li taglia di sbieco, senza tagliare tutto il rotolo, per ottenere pezzi brevi).
Disporla su vassoi, di nuovo ben infarinando e lasciando distanza, pena il ritrovarsi con saldati nidi di serpi.
Coprire con strofinacci in attesa di cottura.
Condimenti:
Fagioli: 600g di fagioli cannellini cotti con relativi aromi (sedano, cipolla, carota), e se si vuole un peperoncino secco.
A partire dai fagioli, due versioni, bianca e rossa.
In bianco: 4 grandi cipolle bianche ben soffritte (se si vuole, con peperoncino); quando il soffritto è dorato e ben appassito, si aggiunge appena un po' d' acqua di cottura dei tagliarini per renderlo abbondante e fluido. A questo punto si uniscono i fagioli cannellini.
In rosso: si condiscono i fagioli con pochi pomodori freschi cotti per 20' con aglio, olio d'oliva, peperoncino e basilico (Elena); con olio d'oliva, pomodori freschi, basilico, cipolla, 20' di cottura (Adalgisa).
La cottura dei tagliarini si fa in acqua bollente salata nella quale avete messo un goccio d’olio d'oliva; è rapida. Conservare un po' d'acqua di cottura: servirà per mettere al punto il condimento e per eventuali necessità di riscaldare il piatto finito.
Il condimento si versa in una capace ciotola, insieme ai tagliarini.
Valutare se aggiungere ancora un po' d'acqua di cottura per rendere
l'insieme sciolto e scorrevole. Tutto va lasciato un po’ lì: questo fa
sì che i tagliarini diventino cremosi.
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