venerdì 17 luglio 2020
Cavatelli maison con pomodoro e rucola, alla foggiana. Puglia
Di Isolina
Scavo ancora nelle foto. Percorsi della memoria... quando si andava a Ghemme, in Piemonte, a comperare il vino da un piccolo, ottimo produttore. Ilaria, io e la signora, che, ricordo benissimo, ci spiegava che cosa faceva con tutte le uova che le restavano: una enorme, deliziosa crema, che mangiavano per cena. Uno dei giovani fichi ci ha dato i primissimi fioroni. Una grande primizia per noi! Stupendi: chi con salame, chi con pecorino fresco... Mi lancio nei cavatelli. Sempre affascinata da queste paste, così "fondamentaliste", che non richiedendo altro che farina e acqua, con qualche aggiunta se si vuole, come olio d'oliva o sale (questo non lo metto mai). Questa volta la spinta me l'ha data il regalo di una semola proveniente da un vero mulino ad acqua, che dopo secoli e secoli macina ancora con la stessa perizia e calma. Siamo in una raccolta: Monografie. Italia in cucina. Puglia.
Quindi farina di grano duro o semola che dir si voglia (250 g), acqua tiepida/caldina (125 g), una cucchiaiata di olio d'oliva e.v.
Non ho impastato a mano, ma nella planetaria, con il gancio, per diversi minuti, fino alla formazione della classica palla. Per impastare a mano vuolsi forza che mi manca.
Ho avvolto la palla di pasta in pellicola, e l'ho lasciata riposare per circa mezz'ora.
Quindi, prelevando pezzetto per pezzetto dalla palla, ho ricavato lunghi grassi spaghetti, tagliati poi in segmenti strascinati sulla spianatoia (mi sembra che in Puglia la chiamino tagliere, ma è diversa, ha tre sponde, la mia solo una) con tre dita. A volte me ne sono scivolate quattro, premendo per incavare appunto, i cavatelli.
Prima di cuocerli farli un po' seccare spolverati di semola.
Avevo prima preparato un semplice sugo di pomodoro con cipolla e aglio, sedano e abbastanza peperoncino.
Nella pentola, con l'acqua di cottura, salata, ho messo un mazzettino di rucola nell'ultimo minuto di cottura.
In questo ricco condimento sono finiti e miei cavatelli.
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