giovedì 12 settembre 2013

Africa sub sahariana. Malva Pudding con il treacle. Namibia.


Da Artemisia

Siamo in una raccolta: Monografie. Un'Africa approssimativamente sub sahariana, cucina inclusa. Sospetto di aver assaggiato in Namibia il Malva Pudding, o Malvapoeding (il perché del nome non si sa: si mangiava bevendoci insieme la malvasia, c'entrava una madama chiamata Malva...), un dolce tradizionale dell'Africa del sud.Su web ce ne sono varie ricette; uno dei più noti è il Malva. E' appunto spugnoso e caramellato; tra gli ingredienti può avere marmellata di albicocche e zenzero; il Cape Brandy Pudding è una variante con brandy, la Tipsy Tart ha solo brandy. Pudding spugnosi, tagliati a quadrotti e accompagnati da creme inglesi, custard, panna, sono apparsi più volte sulla nostra tavola namibiana. In fondo al post c'è una ricetta provata, caratterizzata dal treacle. Alcune ricette. Quella di africhef.com. Si veda anche l'indice nella stessa pagina, sulla sinistra, in alto: ci sono vari pudding sudafricani tra cui il Brandy Pudding. Un altro Malva da sarie.com un sito generalmente in afrikaans; in questo caso la ricetta è in inglese. Il sito è il fratello su rete di Sarie: SARIE is the glossy magazine of choice for the Afrikaans-speaking woman with a modern view of the world. Altra ricetta, da whats4eats.com. Tutte e tre le ricette includono marmellata di albicocche e il pudding è sempre bagnato con sciroppo. Il Malva su wikipedia. Di seguito, il malva di Ongava Lodge, Damaraland Lodge, Kalahri Anib Lodge, un ristorante nell'Etosha Park, Namibia.


Versione di Artemisia
Malva Pudding con il treacle

Storia di un mancato e poi di un recuperato Malva Pudding. Nel settembre 2013, di ritorno dalla Namibia, scelgo una ricetta dal sito africhef, per questa cena: Settembre. Tornando dall'Africa, organizziamo una cena namibiana a Venezia. Al momento di cuocerlo, ospiti in tavola poichè il dolce va servito caldo, il forno sviene di colpo. Fortunatamente un'ospite aveva portato del gelato di vaniglia per accompagnare, mangiammo quello. Fine della storia: ero a Venezia, in partenza. A settembre 2018, di ritorno dalla Tanzania, recupero la ricetta e lo faccio. Viene un dolce spugnoso, imbevuto come un babà, aromatico, scurissimo, seducente. Somiglia a quelli del Damaraland e del Kalahri Anib Lodge namibiani. Nel menu di Settembre 2018. Souvenir africani su un terrazzo settembrino. E poi nel menu di Ottobre 2018. Piccola cena per tre, molto sub shariana.

Battere senza enfasi (altrimenti si affloscerà) due grandi uova con 1 cup (250g) di zucchero; aggiungere un cucchiaio di marmellata fluida (albicocche dice africhef, ho usato limone).

Mescolare in un’altra ciotola 185g di farina00, 1 cucchiaio di bicarbonato, un pizzico di sale.
Sciogliere in un pentolino due cucchiaiate di burro; aggiungere un cucchiaio di aceto bianco e mezza cup (125g) di latte.

Versare un terzo del composto di farina in quello di uova e zucchero, mescolare fino a che non sono amalgamati. Aggiungere metà del composto di latte, seguito da un altro terzo di quello con la farina, poi il resto del latte, e infine l'ultimo terzo di farina.

Imburrare e infarinare una piccola teglia quadrata (22cm). Versarvi il composto.

Cuocere a 170° per 45/50’, fino a che lo stuzzicadenti di prova infilato nel dolce non viene fuori asciutto.

Salsa: mettere in un pentolino 1 cup di panna fresca, 1/2 di burro, 1/2 di acqua, 2 cucchiai di treacle (melassa, che dà certamente il tono, ho usato golden shyrup; altrimenti, miele molto aromatico; africaweb aggiunge anche 1/2 di zucchero scuro, l'ho evitato e non ci voleva), qualche goccia di essenza di vaniglia o i semi di un baccello. 

Versare la salsa calda sul puddig caldo ancora nella sua teglia, dopo averlo bucherellato con uno spiedino; tagliare in quadrotti. 

E' stato servito caldo con gelato di crema e un passito. Il consiglio è di servirlo con panna, o crema, o gelato di crema.











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