di Capaltazia Romagnola
Ottime, sottili e fragili come vetro soffiato. Ricetta strappata a brani da Artemisia a una cuoca divagante - credo, la quantità non la so, ecc. Codesta cuoca è il terrore delle ricette. Non ne rispetta una a morire. Appare madre di famiglia devota, ma cova sotto le camicette ricamate una vena anarchica pronunciata, che si manifesta tutta quando mette le mani in pasta. Le sfrappole, però, insieme con i passatelli e poco altro sono da lei sacralmente rispettate. Per fortuna, ciò preserva lo strutto dalla dannazione che altrove lo perseguita. Raviola, romagnola, dovrebbe chiamarle sfrappole. Dolci di carnevale. Bugie, cenci, lattughe, galani, crostole, frappe, sfrappole, rosacatearre, zonzelle, pampuglie. Su AAA: Frappe. Federica e sua nonna, Frappe romaneSfrappole romagnole, Zeppole fritte di nonna Enza, Napoli, Zeppole della zia Clelia.
200g di farina, un uovo, il succo di un'arancia, una noce di strutto, un pizzico di bicarbonato (mescolarlo con la farina subito, altrimenti a contatto con uovo e arancia comincia subito a reagire e si smonta); impastare bene.
Stendere la pasta fino allo spessore più sottile possibile con l'aiuto della macchinetta. Arrivare allo spessore più sottile per gradi, passando per il penultimo spessore permesso dalla macchina; a questo stadio far asciugare, quindi procedere con l'ultimo. Questo passaggio evita alla pasta di lacerarsi.
Friggere con lo strutto (200g) in un tegamino di circa 15 cm di diametro, abbastanza alto, una sfrappola per volta.
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