lunedì 12 maggio 2008

Roma. Pangiallo


Da Garia Epizephìria.

Dose per una quindicina di pangialli; una preparazione che per me è stata a sei mani e che quando tutti gli ingredienti sono pronti richiede anche meno di un’ora, riposo e cottura escluse. Nel menu di Maggio. L'Accademia degli Affamati Affannati all'Argentario. La sera della festa.

Mettere in grosso catino  4kg tra nocciole, noci e mandorle sbucciate, 800g di cioccolata fondente tagliata a piccoli pezzi, 800g di canditi, arancio e cedro, a piccoli pezzi, 4kg di uvetta passera.

Far sciogliere a parte 2kg di miele, portarlo a bollore e versarlo rapidamente nel catino mescolando tutti gli ingredienti più in fretta possibile: se il miele si raffredda non è più possibile amalgamare il tutto. Nello stesso tempo versare a pioggia 1,5kg di farina.

Con le mani bagnate d’acqua formare delle pagnottelle e lasciarle riposare per 12 ore, al fresco, prima di cuocerle in forno a 150 gradi per circa 40 minuti.

Si conservano al buio e al fresco per tutto l’anno.







2 commenti:

Ester ha detto...

Quale sarà l'uvetta passerina?
E la consistenza di queste avvenenti polpettine? dure, morbide?

artemisia comina ha detto...

dò per certo che l'uvetta passerina è modo familiare e poetico di chiamare l'uva passa.

il pangiallo è duro come un morbido sasso :D

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