giovedì 22 novembre 2012

Pastrami, riso venere e cavolo cappuccio


Da Isolina

Novembre e raggi di sole. Fino a ieri, il pastrami per me era l'ingrediente principale per il godurioso sandwhich chiamato Rueben. Sapevo solo che la sua origine è incerta, molto probabilmente una delle tante cose portate in qua e in là dagli ebrei dell'Est, poi arrivata trionfalmente in America. Qui, per quanto ne so, è arrivato con i rumeni. Da tempo passavo davanti al negozio EtnoAlimentari e sbirciavo la strana scritta Avem Mici. Non so quante ipotesi ho fatto sul cosa volesse dire. Per farla breve, sono entrata. Una grande profusione di carni affumicate, dal pollo alla pecora, al manzo, al maiale in tutte le forme possibili, inoltre salsicce varie, formaggi. Insomma di tutto, ma il mio occhio cade sulla scritta "pastrama" che è appunto il nome rumeno di quello che io conoscevo come pastrami. Ovviamente lo voglio e ne compro un pezzo. Poi finalmente chiedo: ma che cosa vuol dire Avem Mici? Avem = abbiamo e mici sono le nostre speciali salsicce specialmente adatte per la griglia (le abbiamo solo noi, dice la signorina gentilissima che soddisfa tutte le nostre curiosità). Niente mici per questa volta, ma si vedrà. Nella foto, pastrami e verza stufata. Poi combinato il pastrami o con cavolo stufato e riso venere. Una combinazione alquanto felice, che certamente ripeterò.

Pastrami a fette non troppo sottili.

Cavolo stufato: a listerelle, in padella con olio d'oliva e cottura lentissima coperta e sorvegliata. Sale.

Il riso venere è stato cotto in acqua bollente salata doppia del suo volume, con foglie di alloro. Circa 15'. Ad acqua praticamente evaporata, copro con un panno e quindi coperchio per un altro quarto d'ora circa. All'ultimo una bella rimescolata.

Combinare.





13 commenti:

dede leoncedis ha detto...

I mici, che in casa mia si sono sempre chiamati "mititei" non sono salsicce ma polpette bislunghe di carne trita, cipolla ed erbe, che vengono cotte sulla brace e che in casa Leoncedis, cascasse il mondo, costituiscono la preparazione irrinunciabile del menu di ogni pasquetta

Any ha detto...

Io la "pastrama" me la porto dalla Romania. E la congelo a pezzi. Sapessi quant'è buona quella fatta in casa! Mettila nella omlette, pasta alla carbonara, torte salate, ecc.
I "mici" sono buonissimi. Meravigliosi cotti alla brace, piano piano, ma va bene anche la griglia quella che si mette sopra i fuochi. Ti consiglio di mangiarli con la senape e con un bel bicchiere di vino accanto. Chiedi alla signiorina del negozio :):

Any ha detto...

La ricetta classica di "mici" (o "mititei") contiene macinato di vitello, macinato si maiale (con una buona percentuale di grasso), sale, pepe, timo e aglio. Il tutto s'impasta con del brodo vegetale.

Unknown ha detto...

Oggi ho imparato un'altra cosa! Mai mangiata questa carne!!!

dede leoncedis ha detto...

a me hanno insegnato ad unire all'impasto di carne mezzo cucchiaino di bicarbonato sciolto in poca acqua, per rendere compatta la carne in assenza delle uova. funziona

Any ha detto...

Si Dede, è cosi, hai perfettamente ragione. Mi ero scordata di metterlo fra gli ingredienti.

Flo/BioLogico ha detto...

si chiama PASTRAMA ed è buonissima,la mangiavo sempre quando ero piccola:)

patatenovelle ha detto...

Ciao e grazie per essere passata da me per una visita. Allora , pur avendo amici rumeni, non conosco questa carne e il tuo post è un ottimo motivo per approfondire. Io , in generale non amo la carne ma leggendo tutti questi commenti al riguardo mi sono davvero incuriosita.
Il tuo blog è molto carino , soprattutto mi piacciono tantissimo i disegni. Non ho ben capito se sono tuoi...ciao a presto
fulvia

isolina ha detto...

I disegni sono di Artemisia, è il blog è suo. Io sono Isolina ospite di Artemisia

Artù ha detto...

Anche da noi ha aperto un negozio rumeno, proverò ad andare a cercarlo!

Ps. Per fortuna niente mici in pentola....ahahahha

Claudia ha detto...

questo negozio dove si trova? Grazie

isolina ha detto...

a Pieve di Sinalunga (Siena)

artemisia comina ha detto...

molto interessante il cucchiaino di bicarbonato, dede.

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