giovedì 29 luglio 2010
EBRIDI ESTERNE. HARRIS. SGARISTA. SCARISTA HOTEL. LA CENA.
Va be’, ma cosa abbiamo mangiato a Scarista?
Un paté di fegato d’anatra con una piccante, agra marmellata che sembrava di frutti rossi, ma avrei detto che c’erano anche cipolle, con brioche. Accanto, un bicchierino di Sauternes. Pane caldo e buono di farina gialla, con ottimo burro. Quindi delle Harris scallop, ovvero delle capesantone giganti, tre, ottime, grigliate e condite con una salsa al burro e aceto balsamico - gocce – e le solite verdurine baby, carotine, rapine, che qui valgono l’occhio della testa, basta vedere cosa vendono negli store. Inoltre, massimo dei preziosismi, dei chicchi di melograno (oddio la Persia nelle Ebridi Esterne). Insieme, delle patate bollite bollenti dall’aria improvvisamente molto rustica (pezzetti di buccia, occhi lasciati lì): tenerezza. Ma non mancherò di notare che per accompagnare il sughetto delle scallop avrebbero dovuto essere più morbide. La coda di paglia induce le cuoche UK a verdure dure. Poi fichi caramellati, cialde, gelato di nocciola o meglio vaniglia con granulato di nocciole dentro. Abbiamo evitato il vassoio di formaggi locali (?) ricco. Ristorante pieno, chiacchiere, luci e ambiente morbidi, tutto molto cosy. Tra pensione ed eleganza.
Infine, incrociata la cuoca: una signora apparentemente quarantenne dall’aria lievemente mesta. Pare che Sgarasta sia aperta tutto l’anno (come fa?). Scambiate gentili parole. Adocchiata una ciotola con delle piccole, rosee, rigate cipree che ancora non avevo visto tra le conchiglie e che nei giorni successivi cercherò con successo; mi dicono dei momenti liberi della dama.
Impressioni complessive sull'Hotel, di cui ho parlato anche qui. Come si vede, mi ha affascinato. Qui le Ebridi vengono fortemente addomesticate e l'aria brithis, sia pure scozzese, soffia dolcemente sull'arredo e sul cibo.
Nell'Ardhasaig Hotel dove alloggiamo, l'incertezza con cui la nuova cultura isolana, dimentica di un passato recente che sfugge e si perde, si avvicina a poltrone e stampe e budini si sente parecchio, e io vagavo un po' persa nelle stanze di soggiorno ampie, bianche, piene di spifferi che certo un isolano non percepisce, spaventata da un arredo per me ostile che continuavo a rifare con la fantasia senza riuscire a venirne a capo; per dire, di quel camino di vivide e luccicanti piastrelle azzurre che mi minacciava e che è la gloria dell'Hotel non sapevo proprio che fare. Noto per altro che l'Ardhasaig riceve, proprio nel 2005, anno di cui racconto, premi e riconoscimenti come ottimo albergo di Scozia, e che pareri di viaggiatori sullo Scarista sono molto oscillanti, da ottimo a pessimo. Suppongo - sono certa - che non per tutti valga la suggestione che io subisco da parte di certe atmosfere e che un certo vecchiotto che mi piace indispettisca altri. Anche il cibo mi è parso meglio padroneggiato qui allo Scarista; prezzi analoghi, sulle 40 sterline.
Foto di Nunchesto. Siccome non ero io a fotografare, niente piatti e niente albergo, ma la splendida spiaggia.
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