domenica 10 gennaio 2010
SIRIA. MARI. STAMPI DA CUCINA E RICETTE DEL XVII SECOLO A.C..
La realtà supera sempre la fantasia, e forse ciò è ancora più vero se la prima non può che dare deboli riscontri alla seconda, come avviene, per esempio, quando ci interroghiamo su culture perdute nel passato, delle quali non ci restano che pochi indizi. E la fantasia, abbandonata a se stessa, rivelerà tal quali i nostri pregiudizi. E' un bel gusto quando la realtà si rifà viva; che ne so, per esempio con delle tavolette cuneiformi.
Dice Bottèro, assiriologo, ovvero eminente studioso dell'antico medio oriente (e a quanto si mormora anche gourmet):
"Si è a lungo creduto che sulla tavole degli antichi mesopotamici vi fossero, per via del loro ecosistema, solo cereali, pane e birra. A questi alimenti base si aggiungevano la carne e il vino importato dal nord e dal nord-ovest, il cui consumo, in progressivo aumento, non soppianterà comunque la birra. Insomma, li si immaginava come tristi consumatori di zuppe di cereali e di legumi sempre uguali, accompagnate talvolta da grigliate. Ma la scoperta di tre tavolette del 1700 circa recanti ben trentacinque ricette culinarie - le più antiche finora rinvenute -, dovrebbe mutare questo quadro deprimente.
Per raffinatezza, difficoltà e varietà queste ricette di alta cucina, che per un caso fortuito riguardano solo piatti bolliti, fanno infatti pensare a una vera e propria arte culinaria, esercitata da veri professionisti, per lo più uomini. "
Ci piacerebbe sapere, per una certa nostra personale curiosità sul tema, ed anche in nome della massima di cui sopra, in base a quali fonti venga fatta l'ultima affermazione, ma Bottèro la fa e tace su di esse. Accontentiamoci e interessiamoci di questi stampi che vi mostro.
Ce n'è uno a forma di pesce, e un altro gemello a forma di leone accovacciato. Entrambi sono stati trovati a Mari. Il primo pare proprio uno dei nostri, il secondo ci potrebbe far venire un'idea originale. La deformazione delle due immagini è dovuta alla cucitura del libro.
C'è poi uno stampo tondo, sempre da Mari, con una curiosa danza intrecciata di quattro personaggi che si fanno lo sgambetto, un bel suggerimento per una torta.
L'ultima immagine non è uno stampo, ma un rilievo concernente una scena di vita negli accampamenti di Assurnasirpal. Nel riquadro in alto a sinistra, qualcuno cuoce a legna o carbone e attizza il fuoco con un ventaglio; a destra si preparano pitanze; sotto a sinistra si macella e si scuoia un vitello; a destra si inforna il pane.
Lo stampo del pesce e quello del leone sono al Louvre, quello tondo con un girotondo di eroi nudi è nel museo di Aleppo, la placca di Assurnasirpal è al British.
Sia il brano di Bottèro che le immagini, da Jean Bottèro, Dai Sumeri ai Babilonesi. I popoli della Mesopotamia, Electa/Gallimard 1996.
Le tavolette con le ricette sono conosciute come le Yale Culinary Tablets, poichè sono conservate nel ricco bottino di tavolette cuneiforni di quella Università fin dal 1933; Jean Bottéro le ha tradotte e ha scoperto che erano ricettari.
Si tratta di 25 ricette con un assai vario tipo di carni e 4 di verdure, il tutto cotto in acqua e grassi, con scarso uso di sale, molte erbe e aromi e latte e sangue in complesse combinazioni. La cottura, anche se tempi e quantità non sono indicati, pare proprio che fosse a fuoco lento, in pignatta coperta.
Volendo essere più precisi, questi gli ingredienti principali: gazzella, cervo, agnello, capretto, pecora, piccione, francolino, rape, acqua, grassi, sangue, latte, birra, aglio, cipolla, porro, cumino, coriandolo, menta, ginepro, farina, semola.
Notizie della traduzione, in prossimità della sua pubblicazione, vengono date in questo articolo del nytimes.com
Altri siti interessanti in proposito:
ordo magni
answers.com
ecrit-vains 1
ecrit-vains.com 2
Due ricette, tradotte in italiano, si trovano nell'accurato sito Troppa Trippa.
Qui Amazon vende il libro di Bottèro, cui suppongo non resiterò, La Plus Vieille Cuisine du monde.
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18 commenti:
non dirò più che lo stampo a forma di pesce fa tanto anni '80 ;-)
la gastronomia antica mi ha sempre affascinata moltissimo, grazie per questa segnalazione
artemisia, non riesco a sterti dietro! Ricordavo di fascinose brume fra templi diroccati e mi ritrovo con stampi e cucina mesopotamica. Temo fortemente di vedere nel tuo blog un brodo rosso..avvertimi ho bisogno di prepararmi psicologicamente:))
Ho un testo di un'autrice iraniana scritto in inglese che racconta loro ricette tradizionali e ne spiega l'origine millenaria. Se ti interessa ne parlavo qui (scusa se sembra pubblicità per me, l'intenzione davvero è solo la condivisione!), ed è pure intervenuta nei commenti Aria, che studia archeologia, con alcuni dettagli interessanti proprio sulla traduzione delle tavolette a caratteri cuneiformi: http://acquavivascorre.blogspot.com/2009/10/quattromila-e-non-sentirli.html
belle queste delucidazioni su stampi e informazioni culinarie antiche...riesci sempre a incuriosire....e passerei volentieri un pomeriggio a sfogliare con te un libro sull'argomento, credo che anche a Sciopì piacerebbe, vero Sciopinella ;-))
Alla buonora! Dei cuneiformi che non sono un elenco di entrate e uscite.
Anch'io perplessa di fronte ai cucinieri per lo più al maschile. Bassorilievi narrativi? Dove?
orsy
astro eh certo che mi piacerebbe..lo vedo un buon trio il nostro...
smakkete a tutte e due..
ben venuta, salsa (mi pare di vederti qui per la prima volta?); anni '80? basta che tu ci metta un duemila a.c. davanti :DD
quello che mi sono chiesta è: se era sformato, quale era l'addensante? pare che l'uso delle uova come addensante sia curiosamente tardivo, nè le trovo tra gli ingredienti. forse sangue? (eh sì, sciopina, il sangue si usava, come da noi fino a poco fa).
sciopì, quando ho letto la prima volta questo commento non sapevo che avrei pensato di fare una cena mesopotamica, e poi invece mi è venuta in mente...mi sa che c'entri :))
cara acquaviva, la storia dei due serpenti mi è piaciuta parecchio; ho lasciato un commento :)
astro, ancora più bello sarebbe andarsene a spasso per il louvre :DD
orsy, ben venuta, ancora una volta ben venuta :)
tavolette non di entrate e di uscite te ne ho messe anche dopo questo post, hai visto che poemi?
bassorilievi quali? qui c'è un bassorilievo, l'ultima immagine, con quattro scene di cucina.
sciopì, andiamo?
grazie del tuo commento ma... a dire la verità da tempo adoro il tuo blog e gran parte delle ricette etniche che hai pubblicato sono già salvate nel mio archivio personale, compresi tutti i koresh. Ho visto i tuoi favolosi risultati con il riso ed attendo solo di trovare a breve tempo e coraggio necessari per cercare di replicare quella meraviglia dalla crosticina dorata!
Il libro di Claudia Roden è una pietra miliare del mio percorso formativo, oramai quasi sformato da foglietti, segnalibri ed appunti (rigorosamente a matita, naturalmente!) accumulati negli anni e mi spiace non essere mai stata in Iran anche per conoscere più a fondo i loro sapori specifici. Nonostante conosca una signora iraniana che ogni tanto mi mostra qualcosa, non sono mai riuscita a vivere pienamente quell'esperienza: qui ad esempio non trovo l'angelica ed anche quel paio di ristoranti iraniani che ho provato a Milano propongono purtroppo una cucina davvero semplificata
peroro, peroro, peroro la causa del riso all'iraniana, è seducente come una urì.
allora, facciamo un'alleanza: quando saprò qualcosa di più sulla cucina persiana verrò a dirtelo, e viceversa ;)
grazie del benvenuto! conosco e visito il tuo blog da diverso tempo, ma raramente riesco a commentare ;-) mi trovi spesso su dissapore sotto forma di mosca di burro, o "butter_fly"...
ma quante cose nuove hai inserito nel frattempo? dovrò prendere le ferie per leggere tutto (e sarà certamente un piacere ;-))
alla prossima!
affare fatto!!!
felice occasione salsa, che ti ha fatto parlare :) di nuovo ben venuta. lieta che ci sia una farfalla tra i mosconi di Dissa ;) ti cercherò.
acquaviva, ecco, ora c'è una poesia sul pane beduino :))
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