Da Artemisia Comina
Questo è stato il primo piatto cucinato da me e proposto in
famiglia, nei miei 15-16 anni. Mi dissi: se si tratta di cucinare,
facciamo che ne valga la pena. E mi impegnai in cosa mai vista, esotica;
inoltre, ai miei occhi, ricca, alquanto da prence. Mi ero fatta dare la
ricetta dalla signora Nadina, celebrata cuoca intensamente toscana, di
Santa Fiora; anziana signora che rallegrava la casa, con cucine e
memorie, della figlia (mia zia elettiva) Renata, farmacista
nella farmacia di Evelina (mia zia vera). Renata
infinitamente signorina, sempre odorosa di droghe, come per altro
Evelina, droghe che pestava sapiente e maga in un sottoscala della
farmacia. Faceva parte de fascino che fosse un raro uccello ateo e di
sinistra, amante di libri, che spiccava tra gli amici di famiglia degli
anni ‘60. Quanto al piatto, mi parve buonissimo. Inoltre, Artè
si procurò un bel bottino di piume di fagiano, una più bella
dell'altra, visto che all'epoca il fagiano te lo mettevano in mano ricco
di tutto il suo mirabolante piumaggio, che conservò in opportuni
barattoli.
Disporre di un fagiano pulito e spiumato, ma che abbia ancora il suo fegato tenuto da parte.
Dentro il fagiano, mettere un po’ di pancetta (in
questa ricetta, occorre una certa quantità di pancetta; ho usato una
volta la pancetta arrotolata, un'altra il guanciale; l'essenziale è che
sia tagliata sottile; prendetene un etto e mezzo) e un paio di foglie di
salvia.
Avvolgere completamente il pollo in altra pancetta legando
con cura (la pancetta arrotolata vi farà fare un lavoro da curatore di
mummie, ma ha il vantaggio di aderire da sé, senza spaghi).
Pochissimo sale e un po’ di pepe nero appena macinato.
Rosolare con olio d’oliva in casseruola (olio, poco: ricordarsi del grasso della pancetta).
Adesso avete bisogno di un 1/4 di brodo di carne. Versarlo sul fagiano rosolato e far cuocere a fuoco lento.
Triturare il fegato del fagiano (in campana!
attualmente, il fagiano si trova pulito, surgelato e senza fegato!
rimediare con un fegato di pollo) con un ciuffo di prezzemolo e uno
spicchio d’aglio e spalmarlo sul fagiano tirato via dalla pentola quando
ha l'aria di essere quasi cotto; rimetterlo quindi per qualche minuto
in tegame, bagnandolo con un po’ di cognac.
Quando
è giunto a cottura (non ho segnato i tempi; guardatelo: sarà ben dorato
e soprattutto se tenterete di tirargli con garbo una giuntura, quella
avrà l'aria di cedere), tirarlo via dalla pentola, sgocciolarlo,
tagliarlo e tenerlo in caldo.
Raccogliere tutto il
fondo di cottura, nel quale sarà scivolata buona parte del pesto di
fegato; eventualmente deglassare con un altro goccio di cognac, e
spalmarvi fette di pane casereccio abbrustolito - sciapo,
se si vuole rendere omaggio alla signora che mi diede la ricetta - che
si servono come guarnizione.
Fu nel menu di Gennaio 2002. La cena del fagiano della signora Nadina, e poi in una occasione veneziana.
Versione venziana
Sollecitata dalle belle macellerie veneziane, e in particolare da quella
degli enormi fratelli Bergamo, Cannaregio, compero cappone, lingua
salmistrata, fagiano. La
macelleria Bergamo ha offerta opima, e quanto al fagiano - cito
il signor Bergamo - una volta non bisognava ordinarlo nelle feste, ne
avevano almeno dieci appesi ai ganci - fa largo gesto circolare verso il
soffitto - e andavano via tutti - altro gesto, come di volo fuori dalla
porta, verso Rio Terà San Leonardo - adesso solo gli anziani, con
rispetto parlando, cucinano qualcosa; i giovani mangiano scatolette.
Questo è il primo è l'unico che vendono, e son ben fortunata, eccolo
fresco,
con le sue interiora, mica surgelato come oggi haimé sovente. In
quel di Venezia - mal me ne incolse - voglio replicare il fagiano
della Signora Nadina; trovo del guanciale, me lo faccio tagliare sottile
perché aderisca senza spaghi, compero un buon cognac, ho del brodo di
cappone; ma - cavolo, quanto è importante la giusta pentola - mi accorgo
troppo tardi che non ce l'ho una adeguata, la bestia sta stretta, non
si gira se non malmenata, e malamente. Dommage! La rosolatura non è come
si deve, il guanciale con tutte quelle botte si scompone; vado comunque
fino in fondo. Stizzita, rifilo al fagiano della polenta - del resto,
qui la polenta ti salta addosso appena ti distrai. Nunchesto dice che è
buono, ma io borbotto tacita.
venerdì 15 maggio 2009
Toscana. Il fagiano al cognac della signora Nadina
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5 commenti:
Mai mangiato un fagiano, ma questa ricetta è chiccosissima
Come prima prova in cucina, la piccola Artemisia dimostrò sul nascere quella naturale eleganza e tendenza all'esotico che l'avrebbe contraddistinta nella maturità. Davvero un bel ricordo.
un abbraccio
eu
che bel racconto!
di farmacie- speziali
di donne farmaciste con carattere e caratteristiche
di una ragazzina che di già sapeva il fatto suo e di una realtà italiana lontana nel tempo che avrebbe bisogno di un Ettore Scola dedito alla memoria!
ps: ottimo trattamento al peregrino fagiano!!
lydia, ho provato a ordinarne uno a Trastevere, e mi hanno detto - il mio solito macellaio - che per loro non è possibile...quindi ho dovuto rinuciare per ora alla replica del piatto; ma approfondirò le cause della sparizione dei fagiani dal mercato :)
eu, pap, è tempo di memorie :)
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