mercoledì 4 settembre 2019

Zuppa di pomodori

 
Di Artemisia

Per un pranzo sul terrazzo, parco, estivo, con Nuvola che non si allontana da noi ritornati: una zuppa di pomodoro e un piatto di pesche (e il vassoio nuovo, venuto da Parigi a luglio, rivelatosi subito indispensabile).

Una verdura o un legume antichi bolliti, una sola verdura, un solo legume (o verza, o zucca, o ceci...) queste erano le più vecchie zuppe di cui si sia parlato, come ci dicono Alberini e Mistretta (Italia a tavola. Guida gastronomica. Touring Club Italiano, Milano 1984), da Platina a Stefani. La Valle di Comino ha conservato memoria di queste zuppe; in AAA le abbiamo celebrate: con la verza, con le zucchine; una verdura bollita, un soffritto di cipolla, una fetta di pane abbrustolito. Basta. Magnifiche. Mi sono detta: perché no di pomodoro, anche se è frutto moderno? Proviamo. Buonissima.

Occorrono pomodori maturi ottimi; io avevo dei cuore di bue molto maturi, ne ho affettati un po' (per due una bella scodellona grande, colma).

Ho affettato anche una cipolla di Tropea, e l'ho messa a rosolare in tegame con olio d'oliva con un pizzico di  peperoncino in polvere.

Quando rosolata, ho aggiunto i pomodori e li ho fatti appassire.

Ho aggiunto acqua a coprire, sale e rametti di basilico (poi tolti).

Ho fatto cuocere ancora (in tutto, circa 15/20').

Ho abbrustolito quattro fettine di pane di semola casereccio ottimo (di Le Levain) e le ho leggermente strofinate con uno spicchio d'aglio.

Fette nel piatto, su i pomodori con il loro brodo; ho fatto un po' intiepidire, e ho aggiunto basilico fresco.














2 commenti:

isolina ha detto...

perfetta e geniale!

artemisia comina ha detto...

Isa, ho pensato a te :)

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