venerdì 9 dicembre 2016

Dicembre. Una cena di quasi Natale per spupazzare vecchi signori


Dicembre 1991. Una cena di quasi Natale per spupazzare vecchi signori. Ho tenuto i menu di quando potevo invitare gli anziani di casa: una mamma, due zie, uno zio; solo loro e nessun altro. Li festeggiavamo con pensati regali, avvolti in pensati pacchetti e pensate ghiottonerie; si rivelavano sempre all'altezza di tutto. Io, genialmente evitando le date canoniche, ma un po' prima, un giorno prima, festeggiavo solo loro. Liberandomi degli obblighi che altrimenti avrebbero messo nella festa qualche spina, e lasciandoli a chi se ne sarebbe occupato nelle date dovute, nella baraonda dell'allora abbondante infanzia, tenevo solo la rosa, occupandomi di chi altrimenti sarebbe stato un po' nello sfondo, e forse si aspettava meno di altri di scartare pacchetti. Fatto sta che questa volta i regali più belli li ebbi io: lo zio arrivò con una serie di preziosi volumetti di Skira sull'arte, la zia con un bellissimo piccione di Nymphenburg: come non accorgersi che un po' già si congedavano con grazia? Sul tavolo c'era una ereditata tavaglia liberty tutta ricami che non uso forse da allora, candele rosse nei candelabri d'argento, erica, giacinti e ilex in bicchieri pure d'argento: volevo si divertissero e sciorinavo quelle cose che potevano far felici signori e signore nati all'inzio del secolo scorso.

Non so come sia venuto in mente ad Arte' di commentare la cosa con una giovane coppia intimidita da una soverchiante casa, ma riconosco la casa di campagna di Mentuccia, una stanza della parte di casa che era di una delle zie, trasfigurata nel sogno. Ecco le due immense consolle con le specchiere, il grande lampadario di porcellana e ottone; si intravede la piccola camera con frammenti di pittura sul soffitto, una leggera, aerea, neoclassica corona dorata, e una sbiadita carta gentile alle pareti; quella piccola stanza fresca in cui la zia dormiva d'estate, con uno stanzino segreto dietro una porta nascosta nel muro dove lei conservava libri, scarabattole, pantofole, rosari, e una porta finestra che dava su un balconcino affacciato su un cortile interno sempre ombroso e pieno di rondini. Zia segnata indelebilmente dal fatto - imperdonabile all'epoca - di non essere né moglie né monaca. Forse c'è una giovane coppia per portare a compimento un destino interrotto; forse per questo si guardano a distanza e non sanno che fare; forse dopo i petits légumes en gelée, le roulade di prosciutto, si tufferanno nella stanza dorata... Menu: Roulade di prosciutto; Crema d'aglio, Tourin; Terrina calda di spigola; Petits légumes en gelée, aspic di legumi; Polpettone in crosta; Patate al forno; Paesaggio di frutta secca e formaggio; Bonbon.

Roulade di prosciutto 

Crema d'aglio, Tourin 

Terrina calda di spigola

Petits légumes en gelée, aspic di legumi

Polpettone in crosta

Patate al forno

Paesaggio di frutta secca e formaggio
; questo piatto consisteva nel riprodurre con formaggi freschi un pesaggio dolomitico entro un piatto: immaginate di mescolare formaggi - caprini, gorgonzola, robiola - e unirvi frutta secca - uvette, albicocche, fichi, noci, pistacchi... - con questo impasto fate due, tre, quattro dolomiti e mettetele al centro di un piatto, poi circondate questi monti con insalatine aggarbate: gallinella, radicchi, ravanelli, fette di mandarino, melagrana, foglie di menta. Una cosa così.

Bonbon






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