mercoledì 18 giugno 2025

Pani solari e vento cosmico. Uzbekistan

 

Siamo in due raccolte. 

Uzbekistan. Cucina uzbeka così come Artemisia la conobbe nel suo beneamato viaggio.

Pani e lieviti, qui in particolare Pani. Non uzbeki.

I pani in Ukbekistan sono sacri, solari e ottimi. C'è un post di base con molti di questi pani: Uzbekistan. Pani solari con i raggi. Tutti sono trapunti dal chekish o chekich, il timbro uzbeko per pane fatto di aghi disposti in disegni stellari e solari su una base di legno. Questo pane va mangiato caldo e per la sua sacralità spezzato con le mani e non tagliato. Ne ho fatta una serie con rispetto ammirato per la forma solare-stellare, procedendo con invenzioni nelle forme. Questo post è dedicato a pani con molti, lunghi raggi. 

Di Artemisia che si fa uzbeka.

Ancora un pane uzbeko, che mi dà così tanta soddisfazione. Qui spesso sono soli con colpi di vento cosmico che  ne scompigliano i raggi, dovuti a teglie non sufficientemente ampie. Nel menu di Gennaio 2019. Mettere gli amici nella bisaccia. Nel menu di Marzo2019. Fiorella e Andrea. Sul tavolo di Aprile 2019. Torte solari per Pasqua

Pasta.

Sciogliere 8g di lievito di birra fresco in 120g di  acqua tiepida con un pizzico di zucchero.

Quando spumeggia (confesso che spesso non ho atteso) aggiungere 25g di olio d'oliva e 25g di latte (circa 2 cucchiate delle due cose).
  
Versare in una ciotola dove sono stati setacciati 250g di farina00 con un pizzico di sale

Impastare, far lievitare fino al raddoppio (è comodissimo far lievitare in frigo per 8 ore: si mette dentro la sera, si tira fuori la mattina). 

Rettangolo di carta da forno (sarà più o meno della misura giusta, ma basterà: servirà a girare il pane, spostarlo).

Pasta stesa a disco sulla carta, altezza un cm circa. 

Nel centro poggiare una tazza e fare torno torno dei raggi fitti con un coppapasta.

Acchiappati i raggi, vanno distesi e ritorti su se stessi.  

In due casi ho ripiegato la punta di ogni raggio di lato, in modo che raggiungesse il raggio contiguo, pressando perchè si appiccicassero creando un bordo continuo.
L'intento era che fossero tutti della stessa lunghezza e alla stessa distanza. I limiti della teglia - rettangolare - hanno prodotto una certa asimmetria. 

In un altro caso li ho stesi a lunghe coppie, ciascun raggio ritorto, ripiegandone le punte verso l'interno fino al bacio. Di nuovo la teglia rettangolare mi ha indotto a tradire la circolarità. 

In tutti i casi ho tolto la tazza e battuto il centro con il chekish.  


Far rilievitare.

Spennellare di rosso d'uovo battuto, abbastanza diluito con un po' di latte

In forno per 20' circa a 220° (almeno: insomma, forno al massimo). 
 









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