PRAGA. HRADČANY. CASETTE E TYCHO BRAHE.

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Dietro Loreta, sulla collina del castello, c'è un giro di piccole strade su cui affacciano case ben diverse dai grandi palazzi del quartiere; ci sono pure alti muri da cui si affacciano alberi, anche le argentee betulle, che qui si trovano bene. Case belle, ma spesso piccine picciò, dove abitavano coloro che ruotavano intorno alla corte e ai nobili.



Tra le altre dovrebbe esserci la casa che fu di Tycho Brahe, da noi detto Ticone, l'astronomo danese fino alla fine non copernicano nonostante le insistenze del suo allievo Keplero e tuttavia grande e innovativo osservatore di stelle e del moto degli astri, il massimo osservatore di cieli della sua epoca. Uomo roseo e biondo dai lunghissimi, spioventi, attorcigliati baffi vichinghi e dal naso d'argento per via di un giovanile avventato duello che gli aveva portato via un bel pezzo del suo.

Morì al servizio di Rodolfo II, l'imperatore pazzo per il sapere, dal quale era arrivato dopo aver litigato con il suo re danese, e nella Cattedrale di Tyn c'è una lastra di pietra rossa su cui se ne sta in armatura, l'abito di ogni uomo dabbene, i lunghi baffi in evidenza. Pare che fosse gastronomo e allestitore di banchetti. Morì in seguito allo scoppio della vescica per non essere andato in bagno a tempo debito: era a pranzo dall'imperatore e gli parve brutto alzarsi. Ora si sta trafficando intorno ai suoi resti per scoprire le "vere cause" della morte. Pare che ciò che rimane di lui contenga quantità abnormi di mercurio, e si pensa romanzescamente all'omicidio, ma potrebbero anche essere state cure improvvide da lui stesso pensate a seguito del suo incidente, poichè allora i saperi si mescolavano assai, e certo Tycho non indietreggiava dal fare il cerusico.

Il ritratto di Tycho Brahe da Wikipedia.

Foto di Nunchesto e Artemisia