giovedì 7 ottobre 2010

NORMANDIA. IL RAGNO E LE ROSE.








Dopo la visita al castello di Bussy-Rabutin lasciamo la Borgogna e ci fermiamo in piena campagna tra cavalli e meleti verso nord, in Normandia, in una ferme del Calvados. La camera da letto è in una dipendenza della fattoria, e sull'ingresso dipinto di azzurro ciondolano pesanti teste di rose rosa che la sera va inargentando. Su una di esse un ragno di un mirabolante color verde limone sta divorando una vespa. Mi fermo tra orrore e fascino a rimirarlo e tallono il ragno con la macchina fotografica cercando di catturarne la luce verdolina che splende nell'annottare.

La notte faccio un sogno: entro in una bottega di anticaglie, un antro pieno di oggetti promettenti e sparsi con il solito animo di chi esplorando spera di attraversare lo specchio, ma ecco che subito e innavvedutamente butto a terra qualcosa; mi accorgo che è un anello fatto di perline verde limone (to', l'anello è come il mio, ma il colore è un altro, è sputato quello del ragno); pare che nella caduta l'anello si sia un po' scomposto, forse qualche perla si è sfilata; spunta un proprietario che restando in una sfuggente mezz'ombra esclama: CHI ROMPE PAGA! Queste parole risuonano nitide, come disegnate su un cartiglio, suonate da una tromba. Vengo a sapere che l'oggetto costerebbe 2000 euro, ma mi viene proposto uno sconto a 800, forse quanto l'ha pagato il proprietario. Non è chiaro come la prendo, il sogno finisce.

Non posso fare a meno di ricordare gli emblemi e i motti di Bussy-Rabutin. Tra l'altro, "chi rompe paga" si adatta benissimo a Roger: fu esiliato dalla corte di Luigi XIV perchè punito per i suoi sarcasmi e le sue provocazioni - insomma, rompeva - e non smise neppure in esilio. Per quanto riguardava me, la sera prima del sogno avevo vissuto un sentimento di indiscrezione nel tallonare il ragno cui non avevo potuto evitare di rompere le scatole. Insomma avevo "rotto" il ragno, ma poi il ragno ero io stessa, identificata dall'anello. Quanto alla bottega di brocante, non solo è una mia costante attrazione, ma nel villaggio di Bussy ce n'è una, proprio accanto al castello, e quando ci andammo la prima volta anni fa, trovandolo chiuso, fu la proprietaria a riceverci e a darci qualche ragguaglio, insomma ad accoglierci e consolarci della privazione della visita. Quindi grande attesa, rottura, costo, consolazione, sconto. Man mano, sfogliando il sogno, lo associavo al bagaglio troppo ingombrante che non avevo saputo evitare e che non faceva che "rompere" nell'essere trascinato dietro, al fatto che il bagaglio piccolo indica la facilità e la felicità del viaggio che così venivano a mancare, e infine arrivai all'essere partita con troppi pensieri che avrei fatto meglio a lasciare.

4 commenti:

papavero di campo ha detto...

libera interpretazione d'un sogno altrui
(accenno di narrazione acchiappando un filo onde jouer ensemble se no che se ne parla a fa'?!):

c'è un senso di colpa, arcaico e appena possibile riattualizzato, appioppato da un'ombra interna che si mostra per gradi e si fa mezz'ombra..il solito rompixxxxi SuperEgoico, per il libero accesso al godimento nel mondo delle meraviglie (ma anche al Viaggio Inesauribile di Esplorazioni e di Scoperte)rappresentato dalla bottega di anticaglie ambìta e infinita -il godimento per statuto incessante, inappagato- ma c'è da pagare un pedaggio per accedere al privilegio (forse c'è una reminiscenza d'infante -primo dolore di sottomissione principio di castrazione- dell'esclusione dalla scena primaria) però si può contrattare, cogliamo al balzo un buon escamotage per stabilire un equilibrio, lo sconto scende da 2000 a 800, allora se pago poi non mi dovete rompere le scatole! (lasciami mangiare in santa pace il mio pasto, a me ragno non mi devi intrudere -penetrare- con il tele indagativo e scrutatore)
l'accesso al bello in senso lato e nella fattispecie più immediata attraverso il Viaggio, il bagaglio "pesante" di emozioni captive e contrattate, tutto ciò ha un costo! psichico certo! ma pure fisico (il bagaglio reale pesa!)(così come ingombra e pesa e costa il fardello del carico di pensieri portato seco)
...
al solito il sogno suggerisce allude (propone e non dispone!) non risolve un bel niente ma smuove il non conosciuto e rimescola le carte e rivitalizza un casino per questo è grande la nostra gratitudine al regalo del sogno alla sua benedizione (voilà un po' di enfasi papaverina)

MarinaV ha detto...

Che bel ragno verde! Non avevo mai visto prima un ragno verde!

artemisia comina ha detto...

pap, i sogni sono come le cipolle: non si finisce mai di sfogliarli.

papavero di campo ha detto...

ah tra l'altro -a parte l'assurdità dell'impulso papaverino di commentare un sogno d'altri in casa d'altri!!
meglio aggiungere che il sogno in fondo ha una sua peculiarità o lo capisci o non lo capisci!
e sono molto d'accordo trovandolo piuttosto sensato con l'ultimo atteggiamento che dice bando alle abituali griglie di metapsicologia, il sogno è un linguaggio complesso di per sé perché intasarlo di razionalizzazioni?

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