martedì 28 settembre 2010

BORGOGNA. CHÂTEAU DE COMMARIN



















Bello, silente, marginale, privé (stessa famiglia da non so quante generazioni: né venduto né abbandonato dal XIV secolo). La facciata neoclassica, le scuderie e i servizi dalle porte grige che scolorano nel bianco celeste e che ho fortemente ammirato sono del XVIII secolo. C'è il piccolo villaggio appoggiato al castello con tanto di puntuta flèche e una sommessa vita nell'unica strada centrale, e poi campagna, campagna, campagna e anche boschi.

Arriviamo all'ora di pranzo. Niente visita all'interno (quanto spesso deludenti, per altro; chissà qui, mi resta la curiosità) ma si può entrare nel giardino con due monete da un euro infilate in un cancelletto girevole e arrivare fino ai due ruggenti ma domestici leoni. Non mi è restato altro che sbirciare i muri, le finestre, le crepe e immaginare (non è poco).

Intorno al castello un ampio anello d'acqua lucente - ricchezza d'acqua di Borgogna.

Questo è uno dei castelli di cui si parla nel libro che ho comperato nel viaggio borgognone della scorsa primavera sulla cucina dei castelli appunto, e del quale ho già fatto qualche ricetta, in primo luogo le mirabili gougeres. L'ultima foto, della sala da pranzo, viene dal libro, come pure la ricetta delle oeufs Coligny - uova in camicia con sopra e sotto uno strato di puré di patate gratinato con pan grattato e burro - che ho provato e che é davvero casalinga e confortevole.

Bellissima la traccia del viale che dalla facciata del castello attraversando il giardino e uscendo dal cancello si perde nel prato e infine nel bosco. Perfetta, vellutata di verde, via di fantasmi.

Château de Commarin.

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