martedì 20 aprile 2010

BORGOGNA DEL SUD. CHATEAU D'IGE'. IL CASTELLO, LA STANZA.












Nel castello di Igé si manifesta il gusto francese per la stoffa, che ricopre, soffice e fiorata, le mura arrotondate e spesse di una torre il cui soffitto si conclude, nella nostra stanza, denominata la Tour du Midi, con una sorta di coperchio da cappelliera bianco, che induce a pensarsi, nel momento di infilarsi sotto la trapunta, come una bambola riposta nella scatola. L’invasione della stoffa lascia trapelare qua e là una diversa fisionomia del luogo, un passato meno morbido, con un fiore di pietra che spunta, un'ala di cherubino che resta mentre la testa è stata scalpellata via, forse quando il castello venne saccheggiato il 26 luglio 1789. Le rotonde mura celano nello spessore un vano che va dalla base alla cima della torre, forse rifugio e nascondiglio, forse scala segreta. La scala vera e propria si avvita e riavvita come un ventaglio di pietra, rinnovando la meraviglia che quell’architettura suscita sempre con la sua invenzione semplice e bella.

Per andare in bagno c’è uno stretto pertugio che percorre mura altrettanto spesse, con un architrave di pietra scolpita che fa pensare che il passaggio nel passato dovesse servire ad accompagnare più nobili percorsi, e in conclusione si richiede a chi usa quel servizio di non essere più alto di un metro e ottanta, come pure di non avere un granché di ginocchia. La modernità ha aggiunto un terrazzino con due sedie che guarda i silenti vignoble del Mâcon, e oltre alla camera in cui c’è il letto, la rotonda cappelliera, ce n’è un’altra con un divano che promette di diventare alla bisogna il famoso letto in più, un mobile dipinto, un tavolo rotondo con una tovaglia di pizzo di troppo (sul quale però stava un sacchetto di biscotti di benvenuto davvero ottimi) e nel complesso quell’aria un po’ arrangiata che fa pensare più a una casa di campagna dove si portano i mobili che in città non servono più, che all’albergo di lusso che lo Château voleva essere quando lo conoscemmo anni fa come Relais & Châteaux. Alla seconda visita Madame ci disse che si era scocciata delle ingiunzioni cui la catena voleva sottoporla, che con esse avrebbe perso il suo stile, e ci annunciò che ne era uscita. Adesso si è allontanata ancora di più da quegli standard, forse per un più ampio desiderio di libertà, forse perché sarà anche un po’ stufa di occuparsi così tanto del benessere e delle fisime dei suoi ospiti di passaggio.

La pace è veramente santa, e non so perché anche dietro le spesse tende e nel buio della stanza della mattina presto si sente la trasparenza dell’aria e la voglia degli uccellini di iniziare a cantare.

AAA ha giaà parlato qui di questo hotel.

Château d'Igé
Oggi fa parte della catena Châteaux Hôtels Collection

2 commenti:

a.o. ha detto...

Pericolosa, pericolosissima codesta stanza!
E sì, perché vien voglia di chiudersi dentro e trascorrere lì l'intera vacanza!
ah aha aha

artemisia comina ha detto...

aiuolina, delle molte stanze dove sono stata, certo questa è quella che più si è prestata a questa fantasia in questo viaggio...

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