Novembre 2009. Un buffet esagerato. Eravamo in venti e c’era cibo per quaranta. Mi sono ricreduta. Non solo non ho più niente contro i buffet, ma non me la prendo nemmeno con quelli esagerati. Ho avuto da ridire su questo cibo supposto solo scomodo e disordinato, minacciosamente superiore alle mie forze degustative. Ma questa volta la ciambella è riuscita col buco: l’abbondanza era bella, ben pensata, ben cucinata, ben riuscita, ben allestita. Faceva festa. È stato un piacere vedere il gruppo che al mattino organizzava un convegno ricomporsi alla sera per altra danza e portare chi una cosa e chi un’altra. Tutte belle, tutte buone, nell’accogliente casa romana di Dolcesca e Marco prodiga di spazi, stoviglie e ospitalità.
Dolcesca che traffica con il tonno su cui verserà l'arancia, facendo volteggiare coltelli di allarmante affilatura, mentre cova le lasagne alla zucca che mandano bagliori arancioni dal forno dove acconci spintoni infilano anche la zuppa di agnello che Nunchesto allestisce impilando con concentrata attenzione carasau e pecorino, avviluppato fino ai piedi da un bianco grembiule che fu di famoso chef, dato a Dolcesca con benedizioni alla fine di uno stage; quella della nostra cuoca è cucina professionale, e la mirabile macchina risplende portando immantinete a bollore l’acqua della polenta, la cui pesante e fumante massa gialla verrà rovesciata in uno splendido vassoio indiano di marmo, nato per abbeverare uccelletti in giardini esotici; io scelgo ciotole cinesi in cui versare il baccalà mantecato, spolvero zucchero a velo su una torta cui dò faccia vispa, ne piazzo un’altra su un vassoio che mi prendo lo sfizio di scegliere tra molti, scaldo lo stracotto provenzale col batticuore che il liquido non basti e lo infilo in una zuppiera circondato di fette d’arancia; sul fornello il puré di mele si scalda tra molti vapori nel rilucente cestello indiano; arrivano Cecilia e Paola, l'una con calabresi alici imbottite perfette come un mosaico cosmatesco e fiori di zucchina, tutto amorosamente avvolto in molteplici cartocci imprigionanti calore, l’altra con pugliesi pucce, quella alla vampa che ricorda il pane arabo e quelle in cui nereggiano olive, e insieme un cestello di rossi pomodorini spaccati e l’insalata di indivia e melograno che portano freschezza; suona il campanello, ecco Valentina con la torta di carciofi per la cui pasta, fatta per la prima volta con ricotta e farina, trepida; ecco Fiorella con le palline di formaggio sulla cui tenuta si è affaccendata in ansia per metà pomeriggio; poi tutte insieme con Viviana e Sabrina trafficano sul terrazzo con uva, fichi d’india, mango, avocado, provandoli ora in una coppa ora in un’altra tra estetiche considerazioni. Più tardi arriveranno la polpa di cachi al rum e la chantilly di Polsonetta, e una valanga di biscotti e dolcetti.
Sul tavolo: Polenta e Baccalà mantecato con erbette; Torta di carciofi; Palline di caprino con dentro un chicco d’uva; Alici imbottite e fritte alla moda calabra; Fiori di zucchina fritti; Puccia alla vampa con dadolata di pomodorini e Puccia con le olive (pani pugliesi); Insalata di indivia belga, chicchi di melograno e nocciole tostate; Lasagne con la zucca; Zuppa sarda di agnello e finocchiella; Daube provenzale con Puré di mele; Ratatouille di tonno all'arancia con le verdure; Torta con cioccolato, nocciole e cedro candito; Crostata di marmellata di arance con riccioli di cioccolato; Crema pasticcera con panna montata, in Italia chiamata Chantilly; Polpa di cachi al rum; Dolcetti di castagne da Bolzano; Amaretti morbidi liguri; Dolcetti calabresi; Dolci con le mandorle; Piccola pasticceria dalla famosa pasticceria romana Cristalli di zucchero; Fichi d’India, uva, melograni, mango e avocado.
Polenta
Baccalà mantecato con erbetteTorta di carciofi
Palline di caprino con dentro un chicco d’uva
Alici imbottite e fritte alla moda calabra
Fiori di zucchina fritti
Puccia alla vampa con dadolata di pomodorini e Puccia con le olive (pani pugliesi)
Insalata di indivia belga, chicchi di melograno e nocciole tostate
Lasagne con la zucca
Zuppa sarda di agnello e finocchiella
Daube provenzale con puré di mele
Ratatouille di tonno all'arancia con le verdure
Torta con cioccolato, nocciole e cedro candito
Crostata di marmellata di arance con riccioli di cioccolato
Crema pasticcera con panna montata, in Italia chiamata Chantilly
Polpa di cachi al rum
Dolcetti di castagne da Bolzano
Amaretti morbidi liguri
Dolcetti calabresi
Dolci con le mandorle
Piccola pasticceria dalla famosa pasticceria romana Cristalli di zucchero
Fichi d’India, uva, melograni, mango e avocado.
6 commenti:
Mi gira la testa, non so da che parte vedere (ma NON é esagerato!)!
Una portata piú bella dell'altra, complimenti!!
macché esagerati!
adoro l'abbondanza e la ridondanza mi par normale:))
la cosa cui dò maggior rilievo è che in codesta Accademia prima materia d'insegnamento è l'arte di vivere, tutto il resto legittimamente va!!
Esagerato? ma nooooo, una cosina cosi, come ogni sera, giusto per stare in compagnia......
FANTASTICO!!!!!!!!!!!!!!!
be', questa volta, ve lo dicevo, è riuscito. non c'era quell'aria di cose già da buttare prima di metterle in tavola, ma un'atmosfera di gioiosa cornucopia: ogni cosa che ne usciva, era bella, era buona, era colorata. e sì, pap, il bello era che si sentiva una competenza a far festa, e si deduceva che ce la siamo conquistata :)))
Non solo nutro sana invidia per il buffet ma anche per il buon funzionamento degli apparati digerenti....d'altra parte è risaputo che mangiare in buona ed affiatata compagnia rende tutto piacevolmente leggero!!!!!
MarinaP.
cara marina, ammetto di non aver assaggiato - mannaggia! - tutto.
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