Il giardino, nella sua mescolanza di selvatico e di umano, teneva protetto tra l’erba alta, in prossimità del rosmarino e dell’alloro, questo scintillante, setoso papavero. Sono tornati i ricordi di quando qui, sotto gli oleandri, si giocava a angelo e diavolo. Si prende il bocciolo del papavero, e si scommette e crudelmente si sbuccia: se sarà di un tenero bianco, angelo; se di un vivo rosa, diavolo.
Una ricetta con i papaveri di Nepitella: la papaverina.
4 commenti:
anche io ci giocavo (ci gioco), ma senza roulette russa bene_male, scommettevo cose frivole.
Ora ovviamente l'adotterò, è molto più divertente..
ne ho ricordo anch'io però molto vago.. e non ricordo dove e che età avessi..quante emozioni sepolte dentro di noi come files dispersi perché non salvati
Non salvati ma non dispersi, riaffiorano sempre a tradimento.
Queste foto di papaveri sono splendide e i post sulla Valle in assoluto tra i miei preferiti **
@ sì, francesca, la presenza divina si avvertiva, e vale la pena tenerla :))
@ sì, pap, ci sono tante cose nella memoria, e io ho sempre amato i vecchi bauli.
@ equipaje, una mirabile congiunzione di luce mi ha messo sotto il naso un papavero, fotografabile in tutta la sua lucente setosità, evento raro. (per la Valle ho un debole anch'io :)))
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