martedì 23 settembre 2008

Torta ligure di riso e porri


Da Artemisia Comina

Faccio con variazioni una torta di Nadia Ambrogio; ancora una bella pasta matta (olio, acqua e farina), tante belle pinces e pieghe, una verdura. Questione presciunseua: fuori dalla Liguria, arrampicarsi sugli specchi per sostituirla; Nadia ha tagliato corto e ha usato panna fresca. Spesso si sostituisce con metà ricotta/metà yogurt intero, o metà stracchino/metà yogurt intero.

Farcia

Far stufare un piccolo porro finemente affettato in poco olio d’oliva e acqua, su fuoco basso, finché non è quasi disfatto.

Aggiungervi 150g di riso superfino e farlo tostare.

Aggiungervi 200g di latte e un pizzico di sale.

Far cuocere il riso finché il latte non è stato assorbito.

Aggiungere 100g di presciunseua (io panna fresca), pepe bianco macinato, un pizzico di noce moscata grattugiata e ciuffetti di maggiorana, erba cipollina, menta, basilico triturati.

Pasta 

200g di farina, tre cucchiai d’olio d’oliva, un pizzico di sale e tanta acqua quanta ne occorre per un impasto morbido. Farlo riposare 10’, stenderlo formando un disco molto sottile.

Allestire e Cuocere

Rivestire con la pasta una teglia a bordi bassi di 30cm di diametro unta d’olio d’oliva.

Riempire con la farcia di riso, ripiegarvi su i bordi della pasta drappeggiandoli.

Battere un uovo con un po’ d’olio d’oliva e sale, spennellarvi la pasta, versare il resto sul centro scoperto della torta.

Forno già caldo a 180° per 30’.





9 commenti:

Stefano Caffarri ha detto...

quesito: che farina? con la "o" di grano tenero di solito mi vengono delle pappette che non'asciuttamo giammai!

artemisia comina ha detto...

ma guarda un po'.

ci stavo proprio pensando, quando ho scritto farina. mi chiedevo: ma lo dico, che è 00?

Dunque, 00 e nessuna pappetta (non ci penso nemmeno a dire "acqua poco a poco", tanto so che lo sai già) :)

questa paste, acqua e olio, oppure olio e vino bianco, sono magnifiche proprio per elasticità e manegevolezza; delle vere pezze flessibili.

papavero di campo ha detto...

flessibile certo, olio e vino bianco è il segreto del guscio "dei pastoncini" abruzzesi e del vestito delle torte salate, ovvio segreto di pulcinella,
ma voglio dire sulla dicitura:
pasta matta non s'addice a mio giudizio perché qui il matto poco c'entra, una texture (se pò dì?)morbida come seno di donna, una flessibilità da tai chi, una docilità che fa onore ad ogni mano e gli diciamo matta? eh no!non condivido, semmai santa, ecco io ribattezzerò questa pasta come pasta santa! è praticabile pure dai miscredenti

MarinaV ha detto...

Cara Artemisia, torno dopo appena due giorni di assenza a visitarti di nuovo e mi ritrovo una marea di ricette intriganti e un'impostazione diversa del blog.
Bello, mi piace.

artemisia comina ha detto...

papavero, prima considerazione che mi stellò nel capo: matta e santa, vicine di casa;

comunque pasta matta non è mio lessico (prossimo all'Abruzzo, direi tra Abruzzo e Campania) ma mi pare che così dicano i liguri.

artemisia comina ha detto...

marina, occhio di falco sull'impostazione, io stessa mi dico: ma ho cambiato qualcosa?

papavero di campo ha detto...

i liguri sono poeti e ai poeti sta simpatica la mattità, sarà così che dici?

palmy ha detto...

sembra buonissima... mmmmmh ho l'acquolina in bocca!

artemisia comina ha detto...

cara palmy, codeste torte liguri sono di massimo fascino nella loro grande semplicità; se guardi tra le torte salate, ne trovi altre, con la zucca, con le cipolle; e la baciocca.

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