mercoledì 19 agosto 2020

Zuppa di polpo e cozze. Napoli


Da Artemisia

Cerco l'acqua come un arabo o una libellula (o una ninfea?). Nell'Orto Botanico l'estate romana, crudele con ogni vegetale che non sia pronto a tutto, trova un argine nella cura che gli operosi giardinieri dedicano all'albero come alla foglia, e non solo ci sono rivi, stagni, cascatelle e fontane, ma anche incontri con spruzzi d'acqua a sorpresa, che l'altro ieri mi bagnarono dalla testa ai piedi. Forse questo ci dà il coraggio di mangiar zuppe: Zuppa di polpo e cozze, come a Napoli. Una versione molto basica.

Per due

Avevo sei polpetti: acqua a coprire, salata e pepata.

Quando bolle si calano dentro il polpi dalla testa, per poi estrarli. Si cala e s’alza tre, quattro volte, per fargli arricciare i tentacoli (Teo, a cui la cosa fu affidata, non ci ha creduto gran che, come si vede dai tentacoli, e l'ha fatto una sola volta).

Si lasciano cuocere.

Quando la forchetta li infilza facilmente all'altezza del collo, sono cotti. Quanto tempo dipende dalla grandezza; questi forse un'ora.

Due manciate di cozze (prima ben pulite) vanno fatte aprire in padella con aglio (poi tolto), olio d'oliva e peperoncino.

Mettere una frisella sul fondo della scodella.

Versarvi su polpi con il loro brodo, e le cozze con la loro acqua.

Un giro di pepe nero.

Qualche foglia di basilico.









2 commenti:

Unknown ha detto...

da rifare. devo studiare bene le tue cose plissettate e poi domani magari provo. stef

artemisia comina ha detto...

plissettare: devi davvero stringere bene tra pollice e indice, senza pietà. altrimenti ho visto che non viene. inoltre la resa muta molto in rapporto alla farcia: ad esempio più è umida e fondente (che ne so, stracchino, anche se in strato molto sottile, altrimenti non è nemmeno da provare) meno vengono le plissettature.

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