lunedì 1 maggio 2017

Credenze. La tazza della Faïencerie de Lunéville e Rue de l'Université









La prima volta che andai a Parigi? No, di quella ricordo cose da ricchi signori, di cui per caso ero ospite; poco della città, molto del loro mondo: il mio primo soufflé in un club privato (mai dimenticato, il capostipite di tutti imieie soufflé), il quadro con le scimmie musicanti di Bueghel sul camino (mai avrei pensato che una simile cosa fosse possibile a umani), il padre enorme, la madre minuta e petillante, la figlia solida e lenta che poi diventò cattolicissima, tutto ripudiando. No, fu la seconda, quella della baguette al pâté de campagne (altro ricordo indelebile) da un chiosco del Jardin du Luxembourg. Percorrendo - quello sì per la prima volta - Rue Jacob e poi la lunghissima Rue de l'Université, scoprendo a ogni passo meraviglie - come poi sempre accadde anche negli anni successivi: Comoglio, e dentro quel magnifico antro per fouineuses acharnées, Braquenié, la cui toile de youy Bolbec acquistai sconsideratamente - un piccolo pezzo - che ancora tengo caro; Madeleine Castaing (ancora viva, allora); una libreria antiquaria dove acquistai un libro sui ricami antichi; il piccolo Hotel a lungo frequentato... In un negozietto oggi sparito, comperai una tazza all'epoca per me costosissima (ancora ricordo lo spavento comunque superato), senza un motivo se non l'innamoramento, durato anche quello negli anni. Mi piacevano  la forma gonfia, asimmetrica e volante, tanto vegetale quanto da gonna di seta, il disegno e il colore dei fiori, molto XVII secolo, molto gilé ricamato. Mi dissero che era porcellana di Parigi. Insomma, una mezza porcellana:

Une demi-porcelaine est une faïence qui, par sa finesse et sa couleur, se rapproche de la porcelaine. Sa pâte blanche généralement opaque est recouverte d'un vernis plombifère transparent. Elle se distingue des véritables porcelaines qui sont translucides et des faïences communes dont le vernis est un émail rendu opaque par l'addition d'étain. Elle s'appelle aussi faïence fine. meubliz.com



Il marchio dice Luneville. E' disegnato come lo fu dal 1920 al 1960 (su infofaience)
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2 commenti:

isolina ha detto...

Oh, flaner ancora una volta lungo quelle vie! Ma tutto passa e cambia, anche i negozi favoriti che sembravano eterni

artemisia comina ha detto...


ad esempio, Comoglio non ha più Braquenié, inghiottita da Pierre Frey, dove è diventato più difficile accedere al campionario: meno gradevole, meno bello; con commesse che non ne sanno nulla, per dire. Non sanno nulla di Bolbec, che ho trovato come stoffa super super cara, solo a frammenti di pochi cm, su ebay.

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