domenica 9 ottobre 2011

GRECIA. LIPSI









La cosidetta Lipsì la deliziosa, l'isoletta a un passo di mare da Patmos, va costellandosi di una congerie di casette che cresce a dismisura e dovunque si vedono e si sentono tra gli azzurri e i bianchi delle case ciabattanti italiani.

Ci infiliamo nella chiesa dove il tempo si confonde: gli affreschi del 2002 ripetono le icone bizantine, nell'iconostasi appaiono santi più antichi e sui coperchi delle accurate cassette rivestite d'argento che ripongono ordinatamente crani e femori dal potente potere salvifico sono dipinti altri santi forse più vecchi ancora ma assolutamente gemelli dei nuovi. Occhi, gambe e braccia d'argento si affastellano insieme a signorinette in calzini e signori con borsalino anni '50 e mamme con versioni new look insulari dolcemente rilucenti e infiocchettati di blu. Anche qui signore di guardia, meno suggestive di quelle pervase da disperata pazienza e perse al mondo della Madonna del Castello di Leros; queste pare abbiano sospeso un soffritto al quale presto torneranno per fare un po' di turno in chiesa e a cui pensano mentre badano che non si facciano danni. Forse mentre si avviano per tornare in cucina strapperanno con discrezione un rametto del magnifico basilico rotondo che splende sulla soglia della chiesa.In una panetteria vediamo degli enormi, dorati, gonfi pani con il sesamo che sembrano cuscino di sultano. Sono per la Chiesa, ci dice la ragazza; servono per il rito, i pani per gli umani sono uguali, ma piccini.

Facciamo un giro con tassisti che non hanno ritegno nel mostrare un certo piglio brutale con il turista, in una sorta di guerra legittima con il cliente ai cui voleri si sta tuttavia mantenendo una perpetua possibilità di ribellarsi che va oltre le prime contrattazioni, e accompagna rendendolo più piccante, tutto il tragitto. Noi abbiamo assistito alla formazione del nostro giovane tassista che mostratosi disponibile a comprendere i nostri desideri, ha cambiato atteggiamento dopo l'arrivo occhiuto di un anziano venuto a controllare l'ingaggio e che durante il percorso continuava a ricevere telefonate di controllo, che non gli venisse in mente di rovinare la piazza con eccessi di accondiscendenza ai nostri ghiribizzi.

Percorso che si rivela bello nella quantità di baie e isolette e azzurri e erbe dorate e piccole chiese bianche e turchesi.

Foto di Artemisia e Nunchesto.

1 commento:

MarinaV ha detto...

Ah, Lipsi, che bella pace di cicale assolate e di cefali pescati al porto!

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