Garia e Francesco.
Fusilli calabresi fatti con il ferretto
Francesco è arrivato con un ferretto in tasca. Lungo, sottile,
vagamente quadrangolare. “L’ho trovato dagli zingari”; oramai è
difficilissimo averne, chi ce l’ha se lo tiene, chi non ce l’ha aspetta
di ereditarlo; ma una stecca di ombrello va benissimo. Mi permette di
provarlo ma non si stacca dal mio fianco, non saprò mai se ho avuto
fortuna col mio primo fusillo o se ho capito come si fanno, non ho osato
tenerlo in mano più a lungo di un’unica prova. Francesco ricorda la
nonna e la mamma al lavoro; quest’ultima quando lo va a trovare gli lascia
abbondanti fusilli, che si prestano a questo, nel surgelatore.
Lui bambino se ne stava dalle parti del tavolo dove avvenivano queste
meraviglie, e poco a poco ha conquistato prima la posizione di chi
arrotola, poi quella di chi impasta. Mentre Francesco impastava,
Polsonetta abruzzese ricordava la nonna
vissuta fino alla fine impastando la pasta quotidiana di acqua e farina
per sé e il nonno, due piccole porzioni. Pasta corta però, adatta a
bocche indifese, di quella che si completa con un colpo dell’indice che
fa una virgola, quasi un’orecchietta. E' divertente pressare il sottile
ferro sul morbido cilindretto e farli rotolare insieme, allungando la
foderina di pasta intorno al ferro, quindi sfilandola come una calza e
metterla ad asciugare su un telo. Mi pare di aver capito che la
competenza più esperta va spesa nell’ottenere una pasta elastica e
insieme soda, asciutta ma non secca, in modo tale che si allunghi
intorno al ferro ma non si attacchi, e si sfili con facilità. Furono
mangiati con fagioli cannellini e gamberi.
Per 12 piccoli piatti di fusilli
700g di farina00, acqua fredda, sale.
L’acqua
è stata aggiunta poco a poco, continuando a saggiare l’impasto; poi
questo è stato maneggiato a lungo. Quando è arrivato allo stadio del
rotolo elastico, quest’ultimo è stato riavvolto ancora un paio di volte e
reimpastato prima di essere approvato e lasciato a riposo sotto un
foglio di carta da cucina per un’oretta.
A questo punto dal rotolo madre è stata staccata un po’ per volta una
quantità di pasta tale da fare rotolini di un cm e mezzo di diametro,
forse un po’ meno, lunghi 4cm circa.
Su questi si preme il
ferretto e poi lisciando con i palmi delle due mani e rotolando si
allunga la pasta intorno a esso fino a che non si ottiene una sorta di
bucatino irregolare, che infine si mette ad asciugare su un telo che non
occorre nemmeno infarinare, tanto la pasta è giusta nella sua
asciuttezza.
Fusilli calabresi fatti con i ferretto, con fagioli cannellini e gamberi
Impedimmo a questi fusilli di calarsi dentro il sugo di maiale per cui
nacquero al mondo, e fu pensato per loro un condimento che li facesse
amici dei piatti con pesce che l’Argentario ci ispirava. Nell’elaborare
il menu vennero alla mente i fagioli cannellini con i gamberi. Nel menu di Settembre
2010. L'Accademia degli Affamati Affannati si incontra all'Argentario.
Autunno, confort, tramonto, mercato del pesce, conta dei bocconi.
Pulire 1kg di gamberi togliendo teste e carapaci (ricordatevi sempre che con questi scarti si fanno molte cose: chupe, bisque, pasta).
Lessate 400g di cannellini, conservate l’acqua di cottura.
Affettare finemente 4 cipolle (Garia ha avuto la fortuna di trovare nella cucina di Dolcesca in cui era al lavoro quelle rosse di Tropea), stufarle in olio d’oliva e.v.
Cuocere i fusilli calabresi (fatti a partire da 700g di farina) in acqua bollente salata.
Scolarli con un ramaiolo e buttarli nella pentola di fagioli e gamberi. Regolare la quantità di liquido aggiungendo eventualmente l’acqua dei fagioli: debbono essere molto fluidi e più stanno in attesa, più si gonfiano e asciugano; quindi servirli dopo cinque minuti di assestamento che renderanno cremoso il loro brodo e non di più.
Se si dovessero riscaldare, si aggiunge liquido bollente.
2 commenti:
Buoni!!!
mi è rimasta la curiosità di assaggiare i fusilli con il sugo di maiale ; )
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