domenica 21 marzo 2010

Tedescherie, krapfen calabresi. Calabria


Da Cecilia

Si sa che spesso qui ci si vede la sera per lavoro, ma che si tenta pure una consolazione, un conforto. Questa volta se ne è occupata Cecilia, che ha portato un bellissimo cesto di krapfen così come li fa la sua mamma calabra, in effetti chiamandoli tedescherie. Dice Cecilia:

Ecco la ricetta dei krapfen così come riesco a ricostruirla. Intanto: a casa mia si chiamavano "le tedescherie" .

Con queste dosi si riescono a fare più di 30 krapfen.

In due dita di acqua tiepida si stemperano 20g di lievito di birra e si aggiunge un quarto della farina00 (in tutto 300g, quindi un pò più di 50g). Si fa velocemente una pasta morbida morbida e si lascia lievitare, in una ciotola, per una ventina di minuti. Raddoppia di volume, come una bolla.
Attenzione agli spifferi: i krapfen li temono!

Preparare la pasta con il resto della farina a fontana sul tavolo, e al centro tutti gli altri ingredienti: 50g di burro, 3 uova intere, un cucchiaio colmo di zucchero, un pizzico di sale.

Aggiungere la pasta lievitata. Impastare velocemente e senza timore di impiastricciarsi le mani, anzi. La pasta va "sbattuta" sul tavolo per almeno dieci minuti, fino a quando diventa lucida e morbidissima. Se si stacca dal tavolo senza sbriciolarsi, è fatta. Si mette a lievitare per un paio d'ore.

Si rimette sul tavolo e delicatamente si "sgonfia" con le mani, poi si piega tre o quattro volte sempre sgonfiandola con le mani.

Con il mattarello bene infarinato - la pasta tende ad appiccicarsi- si prepara una sfoglia di mezzo centimetro e si ritagliano dei dischi tondi cinque centimetri circa. I dischetti devono essere di numero pari.
Una parte dei dischi può accogliere un po' di marmellata di albicocche o di visciole (bene anche la crema pasticciera). Con i rimanenti dischetti si riveste il krapfen cercando di chiuderlo con garbo e decisione.

Si lasciano lievitare su un panno infarinato una mezz'ora circa.

Si friggono in abbondante olio. Il kraphen ben fatto riesce a fare delle capriole in padella.

Si servono sia caldi che freddi. Calde sono buone accompagnate da una salsa di frutta. Fredde si spolverano di zucchero a velo.





11 commenti:

Chiara ha detto...

ormai è noto...tu istighi a piaceri gastronomici a volte proibiti....Un abbraccio primaverile, profumato e affettuoso...

La Gaia Celiaca ha detto...

bellissimi e buonissimi!

li faceva sempre la mia nonna... che quasi tedesca era, essendo di trento. se però glielo avessi detto a lei, che era quasi tedesca, non mi avrebbe parlato per un bel po'...

Novelinadelorto ha detto...

Adoro i kraffen e nn sn mai riuscita a farli chi sa che cn le vostre ricette nn diventi brava a farli finalmente...passa passa che l'orsetto ti aspetta...se no scappa e le rose appassiscono...:-P...smack

enza ha detto...

che significa chiudere con decisione? ripassarli con il tagliapasta? domande tecniche da sondaggio.
PS ho finito il post per il 6, mi avvantaggio almeno per una volta.
le foto sono quelle che sono ma purtroppo le mie aiutanti si son mangiate il set in un attimo e non posso rifarle, pazienza.
baci baci

stellarossa ha detto...

ma dai! le tedescherie pure in sicilia si fanno..incredibile come il cibo sia un elemento di unione, trasversale, se ne infischia di religioni,culture, ricchezze, dialetti..latitudini e longitudini. Sarà perchè sono donne quelle che lo preparano?
Se ami una persona la prima cosa che chiedi è : hai mangiato? Da sempre è la cosa più affettuosa che mi sono sentita chiedere dopo assenze anche piccole, anche solo di una giornata.
Si chiamano anche Iris da noi.

Alem ha detto...

davanti ad un cesto così io sarei svenuta! :) buonissimi!

Nanninanni ha detto...

Quel cesto è un trionfo di bontà!
Se ricordo bene, Pellegrino Artusi chiamava tedescherie un po' tutti i dolci di origine mittel-europea.

a.o. ha detto...

Averceli adesso, due o tre, a portata di mano!!!

Patrizia ha detto...

mammamiachedeliziachesono... calabrese sono e amo pure le tedescherie anche se, che strano!!! nel mio paesino queste non si facevano. Paesino che vai........
Buona giornata :)

Unknown ha detto...

tedescherie... che bei ricordi... e che bombettine meravigliose! un bacino dal Pandino :*

artemisia comina ha detto...

iris!! ma senti che bel nome per le tedescherie!

ed è vero, sì, mi ricordo che artusi usava questa parola.

enza: premere con decisione e insieme delicatezza i bordi tra loro con la punta delle dita, eventualmente spennellandoli prima con un filo di latte.

una saluto a tutti i golosi :)

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