giovedì 18 febbraio 2010

PARIGI. BRAQUENIE', INDIENNE E TOILE DE JOUY



Aix en provence

Chateaurenaud

Grand-corail-camaieux

Marquis de Seignelay & Crétonne


Rayures Toile Bougival & Crétonne

Rivière Enchantée & Pércale

Saintonge

Travuax de la manufacture

Paul et Virginie


Insinuate tra le porcellane e le spezie, nel XVII secolo sulle navi della Compagnia delle Indie arrivavano nei porti francesi leggeri cotoni finemente stampati con esotici, suggestivi, affascinanti disegni, capaci di evocare tutta la magia dell'India. Mentre l'aristocrazia sempre più ne faceva incetta di queste stoffe sottili e luminose, i tessutai morivano di invidia, chiedendo al governo di proibire l'ingresso di quelle pezze tentarici. Ma la stessa casa reale aggirava i divieti che poneva, come tali stoffe venivano chiamate.

I tessutai ebbero così un'idea migliore, e a metà del XVIII secolo, mentre Madame de Pompadour, che andava pazza di queste indienne, ne promuoveva sempre più la moda e il contrabbando, cominciarono a produrne di simili. Mulhouse, città libera all'epoca connessa alla Svizzera, precede molti con una manifattura creata nel 1746. In Francia, il pioniere fu un certo Oberkampf, che fonda la sua manifattura nel 1760, a Jouy-en-Josas. Da qui in poi, indienne e toile de Jouy entrano in uno stretto rapporto, anche se con toile de Jouy si intendono sopratutto stoffe con scene piene di vita e personaggi, classicamente in rosso o blu su bianco. Le fabbriche sorgono un po' dovunque, con particolare concentrazione nei luoghi dove da un secolo sono istallati mercanti turchi e armeni, ad esempio in Provenza (e qui vengono alla mente i tessuti provenzali tutt'ora apprezzati).

Quanto alla storia della manifattura di Braquenié, inizia nel 1824, come società Demy-Doineau. L’intelligenza della Maison si rivela non solo nella capacità di una produzione contemporanea di stoffe, ma anche nell’acquisizione di fondi antichi, sia in una prima occasione, che in alcune successive.
Nel 1840 infatti, la Demy-Doineau acquisisce i fondi della Manifattura "Paris", di Aubusson, fondi che includono una importante collezione di documenti e cartoni antichi, tra i quali le opere dell'atelier del pittore animalier Jean-Baptiste Oudry (ad esempio, la replica della Chienne Blanche dipinta per Louis XV). Il primo rapporto tra la famiglia Braquenié e i Demy-Doineau ha luogo nel 1842, quando questi ultimi si associano con Alexandre Braquenié, figlio di un caporeparto della manifattura di tappeti di Baron Lefèvre, in Belgio. La ragione sociale diventa "Demy-Doineau et Braquenié Manufacture Royale de tapis et tapisserie". Dopo qualche anno si aggiunge il fratello di Alessandro, Henri-Charles. La società cresce e vengono chiamati artisti alla moda per la realizzazione dei cartoni.

Una rilevante parte degli stampi per tessuti e dei documenti della Manifattura di Jouy creata da Oberkampf viene acquisita quando la manifattura viene messa in liquidazione. La casa madre cambierà di nome dopo che Henri-Charles Braquenié sposerà Marie-Esther Demy-Doineau; madame si ritira dagli affari e i due fratelli si associano sotto il nome di Braquenié Frères. Gli affari prosperano e la Maison entra nella leggenda: sono molto richiesti i tappeti ispirati a quelli della manifattura reale della Savonnerie, tessuti nel XVII e XVIII secolo; i treni di Napoleone III sono tappezzati da capo e fondo con i tessuti Braquenié; Victor Hugo (pazzo per l’arredamento, andate a vedere la sua casa museo a Place des Vosges) è un loro fedele cliente, l’architetto Manguin si rifornisce da loro per arredare il lussuoso hôtel particulier della grande cortigiana la marchesa di Paiva, agli Champs-Elysées. La notorietà della Maison è tale che l'Imperatrice Eugénie ritroverà questi tappeti a Istanbul nel Palazzo di Dolmabasche sul Bosforo. La Maison trova la sua consacrazione nell’Exposition Universelle de 1867.

Dopo questo apice, un primo evento sfavorevole sarà la caduta del secondo impero, ma la decadenza verrà poi, con la prima guerra mondiale, con un incendio che distrugge la manifattura, con la crisi del 1929. Ciò non toglie che dopo la guerra, mentre resta la produzione tratta dal repertorio antico, si aggiungano contributi di artisti come Matisse, Picart Ledoux, Lurçat, Saint-Saëns, etc.

Dal 1991 Braquenié (da questo sito, le stoffe del post) è entrata a far parte della Pierre Frey. E qui dalla storia passiamo alla cronaca; prima di tale passaggio, le stoffe Braquenié erano vendute da Comoglio, ed è lì che, sentendo lo spirito di Madame Pompadour soffiarmi nell'orecchio, sono entrata per acquistare i miei pochi metri di toile di Jouy con disegni bianchi su fondo rosso, una vera bellezza che non ho ancora osato adoperare, ma che conservo insieme ad altre stoffe, gazza ladra di quelle come di ceramiche e porcellane.

Nella foto, la vetrina del punto vendita attuale, all'angolo della piccola, accogliente, elegante Place de Furstenberg.

La collezione del museo di Mulohuse

6 commenti:

Chiara ha detto...

comincio a sospettare che abbiamo diverse cose in comune....Parigi, Venezia,il cibo,la convivialità....se fossi un uomo ti farei la corte!Un abbraccio

annamaria ha detto...

Amo molto Piazzetta Furstenberg,che quando sono a Parigi attraverso ogni domenica per andare a messa a Saint Germaine,ci passo davanti e a volte mi fermo ad ascoltare i musici del momento,abitualmente violini ma non solo ed ho perfettamente presente il piccolo,incantevole negozio di cui parli.Dovrò per forza tornarci presto,la mia porta azzurro intenso e la vista del Lussemburgo mi mancano molto...

annamaria ha detto...

Povero Saint Germain,è diventato una bimba...

papavero di campo ha detto...

Rayures Toile Bougival & Crétonne
quella che sceglierei pensandoci ma ad occhi chiusi, tutte!

artemisia comina ha detto...

annamaria, è bello avere una porta azzurro intenso a parigi :)) quella chiesa è sempre piena di musici...

artemisia comina ha detto...

pap, tutte, tutte, i bauli che ci stanno a fare? ;)

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