domenica 15 luglio 2007

Le tenere lenticchie di Castelluccio




Da Artemisia

Sul pacchetto di lenticchie di Castelluccio comperato a Norcia, c’è l’immagine di una signora castelluccese determinata, direi minacciosa. Mi sono chiesta quale immagine di sé il pregiato legume volesse dare. Intimo rapporto selvatico con gli incontaminati abitanti degli altipiani? Genuina montanità, nessuna seduzione? Difesa del marchio? Basta chiacchiere: le lenticchie di Castelluccio cuociono davvero in 20 minuti, senza ammollo; conservano la loro identità, non si disfano essendo tuttavia tenere. Prima di cuocerle, ho fatto la caccia al sassolino, ammirandone al contempo la varietà di colori. Sono davvero piccine, variegate, preziose. Mi è venuto alla mente Kim, il bambino di Kipling: quando gli venne posto un vassoio sotto il naso pieno di sassolini preziosi, che lasciato lì qualche minuto, gli venne quindi sottratto e nascosto lestamente dal suo maestro, perché poi descrivesse ogni sassetto e la sua posizione.

Minestra di lenticchie di Castelluccio

Ho pensato a Leccardo e alle sue minestre. Per due persone. In pentola 250g di lenticchie – non ammollate, se castelluccesi - con il doppio del loro volume in acqua, una foglia di alloro, uno spicchio d’aglio.

Salare
a fine cottura.

Soffritto in olio di oliva di un paio di cucchiaiate di dadolata minuta, insomma un mirepoix, di cipolla, sedano, carota.

Al soffritto ho poi aggiunto due Sammarzano a julienne e li ho fatti brevemente stufare.

Aggiungere alle lenticchie.

Pepare con pepe nero macinato fresco.

Aggiungere qualche foglia di basilico sminuzzata.

Su ogni scodella, un giro d’olio d’oliva profumato.















1 commento:

Anonimo ha detto...

ho letto le tue ricette con le lenticchie di Castelluccio di Norcia e ti segnalo che ci sono nei migliori supermercati le stesse lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP della Montello già cotte, per chi come me è sempre di corsa e vuole mangiare sano. Ciao
Beatrice

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