lunedì 17 luglio 2023

Pasta ripassata con olive taggiasche e carciofi

Di Artemisia

Mi riapproprio delle mani, delle braccia, dei gesti: sgrano semi di coriandolo maturati sul terrazzo (eredità delle coltivazioni di Teo). Lavo perle e frammenti di fornace raccolti a Venezia come coscienziosa gazza. Raduno vetri che stavano qua e là e li raccolgo su tre mensole. Sollevo gatti abusivi da divani nuovi. Compero tappeti e li sistemo lungo percorsi battuti dove il piede scava nel cotto. Faccio la Pasta ripassata con olive taggiasche e carciofi. Per quest'ultima ci vogliono due coraggi: cucinare col torrido caldo, e decidersi a fare proprio quello che avete pensato: una pasta ripassata che nasce come tale. Non nasce “fresca” per essere ripassata poi solo se avanzata. Acquisito il coraggio uno (ripassare ab ovo, si tratta di audacia mentale), per il coraggio due, quello fisico, quello del fuoco, bisogna semplicemente averlo. Oppure, se giustamente pavidi, considerare attentamente il momento in cui ci si mette in cucina a cucinare; se siete semi morti dentro l'incandescente fiato del sole, non avvicinarsi a quest’impresa verso sera, quando vorrete solo nascondervi, ma a mezzogiorno, quando siete ancora vivi: c’è più probabilità di arrivare a mangiarvela.

Occorre una pasta già cotta - 500g - scolata al dente (anche dal giorno prima, purché avvolta in un velo di olio d’oliva; che non sia minuta, che abbia larghi fianchi; qui candele tagliate).

Prendete una padella grande, metteteci sul fondo un velo d’olio d’oliva.

Accendete il fuoco, medio alto.

Versatevi la pasta (sgrovigliatela se necessario, se è lì da un po’ potrebbe essersi alquanto attaccata).

Lasciatela stare, il fianco che poggia sul fondo deve dorarsi fino a croccantezza; quando questo è avvenuto smuovetela, rivoltatela, e ricominciate da capo.

Quando le parti dorate supereranno quelle pallide, versate nel tegame delle olive taggiasche denocciolate, senza parsimonia: cinque cucchiaiate. Mescolate. Le olive avranno un po’ d’olio, non scolatelo. Fate andare un minuto due.

Adesso capiterà che voi avrete una ciotolina di carciofi molto ben stufati, tenerissimi, a pezzetti; versate dentro la padella anche quelli, mescolate fate andare mezzo minuto.

Ora versate sulla pasta tre- quattro cucchiaiate colme di pangrattato, mescolate, fatelo intridere d’olio, fatelo dorare.

Fate sul tutto un giro di magico pepe selvaggio del Madagascar.
















3 commenti:

Flavia ha detto...

Per questa pasta farò volentieri il sacrificio di accendere i fornelli!
Le tue perle sembrano un bottino di bon bon variopinti, splendide!

Flavia

Mirella ha detto...

Complimenti! il nuovo étagère riservato ai vetri di Murano è una bellezza
Un caro saluto
Mirella

Claire ha detto...

Buonaaaa!

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