mercoledì 10 marzo 2021

Crema di cachi al cognac

Da Artemisia

Orto Botanico. Camelia japonica in fiore (rosa di inverno, dicono), parrocchetti a terra a far colazione con freschi steli, e sugli alberi all'opera per i loro nidi. Incessante opera, che fronteggia normalità e disastri nello stesso modo operoso. Una datura ancora in fiore è gemella siamese: una corolla dentro l'altra, ha una gonna da spagnola. Le foglie del Ginkgo biloba ancora splendono di quel giallo tenero e canterino che riluce così da 250 milioni di anni, e che forse furono mangiate dall'Edaphosaurus dal dorso a vela. Torno con loro addirittura al 13 dicembre, all'anno che fu. Eravamo sulle soglie di un compleanno, che il giorno dopo passerà molto in sordina, una strana sordina, come di sospensione, di attesa - quella distrazione che a volte si ha nei confronti del tempo che passa, e mentre pare che lo tratti sottogamba, in realtà tremi. Tale Crema di cachi al cognac fu il dolce di questo festeggiamento tremebondo. Raviola Romagnola tanti anni fa mi fece conoscere una combinazione cachi - cognac (o rum) che ho immediatamente ritenuto un colpo di genio. Si tratta di una fresca "crema" che si preprara in un istante, conclude una cena lievemente e ottimamente, si combina perfettamente con friabili dolcetti secchi (che avrete in copia a dicembre ricco di biscotti). Nel menu di Dicembre 2020. Un compleanno con un cavallo nuovo e un clima natalizio.

Dei cachi del tipo a polpa morbida e quasi gelatinosa, vanno sbucciati. La polpa diverrà subito una crema.

Aromatizzatela con cognac.  

Basta così, ma se volete, metteteteci su delle gocce di cioccolato. Vi misi le Gocce di Cioccolato Fondente Callebaut.

Poi potreste mettervi accanto dei biscotti, qualsiasi buon biscotto; io vi misi i
biscotti di Barbara: bocconcini al cioccolato; cornetti alla vaniglia; più delle mandorle caramellate che arrivarono in dono dalla cara Eugenia.












1 commento:

raphitoma ha detto...

Artemisia cosa succede? Perché nulla di nuovo da così tanto tempo?
Non ci far stare preoccupati. Stefano

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