giovedì 11 giugno 2015

Shoyu Tamago, uova sode alla giapponese con il saké


Siamo in una raccolta di ricette con le uova predominanti. Un link è dedicato alle Uova di gallina Di tutto un po' (questo), uno a quelle di Salmone, quaglia, oca; uno alle Uova in camicia; uno alle Frittate. I Timballi a base di uova e in particolare di scrippelle si trovano nel relativo link.

Di Isolina

Addio, pino. Ci lasciò, commemoro. Passo alle uova. Tanto erano piaciute quelle con il mirin, che le ho rifatte, e questa volta, come da ricetta, nella marinatura ho usato il sakè invece del mirin. Il risultato è stato deliziosamente uguale e diverso. Più delicatamente e intensamente saporito. So che sto usando parole contrastanti, ma così è. La ricetta dice anche che la marinatura si può conservare per ulteriore uso e le uova stesse si possono conservare in frigo per vari giorni. Accompagnate con agretti e cetriolo scarsamente conditi con olio d'oliva e aceto dolce. Sembrava davvero una cosa giapponese.

Marinatura

1 tazza d'acqua, 1 tazza di soya, 1/2 tazza di sakè, 2 spicchi d'aglio spellati e schiacciati, 2 pezzi di cipollotto (nella ricetta era scalogno), 30 g di zenzero fresco con la sua buccia, pestato (di mio ho aggiunto basilico limone e timo).

Le uova si mettono a cuocere in abbondante acqua e dal momento dell'ebollizione si contano 6 minuti. La ricetta raccomanda di farle girare vorticosamente nell'acqua con un cucchiaio e dei chop sticks di modo che il tuorlo si piazzi al centro del guscio.

Trascorsi i 6 minuti, velocemente si tuffano in acqua fredda.

Appena raffreddate tanto da poterle maneggiare, si pelano e si tuffano nella marinata.

Lì si lasciano per almeno 2 ore, ma molto più a lungo potendo. Io le ho lasciate 24 h.

Sulle uova spezzate, volendo si aggiunge una spolverata di pepe e di fleur de sel.






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