Da Isolina
Dopo giorni e giorni di dilettevoli pasti soprattutto del sud ovest e messicani, alquanto ricchi e molto frittosi, ci voleva qualche cosa di gentilmente leggero, digeribile, non impegnante. Potrei chiamarla la minestrina di Francesca, perchè fu questa cara amica che non c'è più a insegnarmela. Una minestrina che lei faceva per sua figlia Maddalena allora piccola e che si fa con quasi niente, con quello che si ha, essenziali solo patata e cipolla e magari e anche la pastina. Divinamente consolante, corroborante, riscaldante... Questa la mia versione di ieri:
una cipolla rossa grossetta, due patate medie, due gambotti di sedano, mezzo finocchio. Il tutto a tocchetti.
Poi un peperoncino, due grossi spicchi d'aglio, due strisce di scorza d'arancia, due foglie di alloro.
Tutto nel pentolino, acqua a coprire, sale e si fa bollire per una mezz'oretta.
Avrei dovuto togliere peperoncino e alloro e poi frullare, ma dimenticai e frullai tutto. Poco male, anzi.
Poi ci metto i grattini, cioè la mia pastina favorita e porto a cottura.
Un pizzico di curcuma all'ultimo momento perchè è medicinale e mi piace.
Nella ciotola una bella spolverata di parmigiano e un tocchetto di burro.
2 commenti:
diciamo una minestrina poca comune e mi sa mooolto buona! Bentornati dal Far West! P
mamma mia, deve essere di un buono, soprattutto in serate di nebbia fitta come questa...
ciao Isolina, bentornata!!!
un bacio lieve
Giuli.
P.S.Mi metto qui buona buona e aspetto un réportage per immagini di tutte le meraviglie che hai visto....
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