martedì 8 giugno 2010

MILANO. CAFFE' RISTORANTE PANE E ACQUA, DI NUOVO.










Mi sono trovata a Milano in un fine settimana assolato ma non ancora del tutto afoso, e potevo girovagare ad libutm poiché sola e sfaccendata. Gira che ti rigira, mi sono ritrovata a piazza della Scala, e ho fatto, poichè il sole volgeva al mezzogiorno e il fiato si accorciava, un pensierino sul Marchesino. Evito con accortezza i tavoli esterni riparati da vinti ombrelloni e mi infilo nell'ombrosa freschezza, rossovellutata, dell'interno. Una fanciullina in grembiule con gli occhi sgranati dalla preoccupazione mi insegue e mi chiede tremante cosa io intenda fare. Poiché mi pareva normalissimo intento, dico che avrei voluto sedermi e prendere qualcosa. No - mi prega quella come minacciata da presso, alle costole, dall'Orco che ne farà un sol boccone nel caso lasci entrare un intruso - stiamo allestendo per il pranzo! Fuori, si accomodi fuori! - manco morta, penso io, e mi congedo delusa e perplessa.

Ma perché caspita questi posti mutano da caffè a ristorante con tale draconiana determinazione? Supponiamo che mi avesse lasciato sedere, che avesse portato un menu non minaccioso, che andava dal caffè a un piatto, oppure a tutto un pranzo; certo, non fosse che per non essere buttata fuori, per starmene tranquilla e beata, e poi per fame, perché no, avrei mangiato qualcosa. Così mi sono allontanata sdegnosa, e poichè volevo andare dallo Spazio Rossana Orlandi, sono andata, cammina cammina, fino al contiguo Pane ed Acqua, dove mi hanno proposto frescura, silenzio, tavolo, sedia, un piatto a scelta tra due (carne o pesce?) con un bicchiere di vino, l'acqua, per diciotto euro.

Uno dei piatti era una crema di fave fresche - con qui e lì una bella fava intera, ancorché sbucciatissima - due nidi di cicoria lessa, e una bella porzione di seppie a filetti, dorate. Buono buonissimo, e bravo Passalacqua. A questo ho aggiunto un dolce di formaggio di capra con mostarda di pere. Bella idea, il budino di formaggio l'avrei voluto più fondente.

Il ristorante, piacevolmente luminoso come un acquario, era vuoto, come tutti i ristoranti milanesi visitati in questo fine settimana. Del tutto, fino a che non sono arrivati due tipi di mezza età, vestiti da uomo che lavora in giacca e cravatta, ma giacca di sartoria, però. Il loro esibizionismo si è andato man mano precisando, preannunciandosi con un tono manierato, le risatina false, argomenti perfino ingenui nell'invitare all'invidia inframezzati da pensieri del tipo: Torino è un po' noiosa, ma distinta, la confidenza con il cuoco che è uscito dagli antri della cucina grande rosso e accaldato e si è messo a inseguire le loro fisime; esibizionismo che poi si è del tutto rivelato negli sguardi che uno dei due continuava a rivolgermi - unica altra avventrice e quindi preziosa spettatrice - per accertarsi che io non mi perdessi nulla.

Ancora AAA su Pane e Acqua: qui il cibo, qui il design.

5 commenti:

Carla ha detto...

Grazie per la segnalazione! Se dovessi ricapitare a Milano (sempre alquanto deserta nei fine settimana) ci farò un salto, un localino niente male!

artemisia comina ha detto...

niente male davvero, e non perderti un giro nel negozio! (non ti va di avere carta igienica verde mela? ma anche carta da cucina in tinta :))

artemisia comina ha detto...

io ero talmente serafica in quel momento, e così contenta del mio rifugio fresco e buono, che mi sono seduta come a teatro (non so se gli ho dato soddisfazione; forse non era chiaro se ridacchiavo in fondo agli occhi).

Anonimo ha detto...

posto molto carino ma cucina veramente pessima piatti non equilibrati cotture ed esecuzione sbagliati!!eva

artemisia comina ha detto...

eva, a meno che non sia tutto cambiato (possibile), non è stata per nulla la mia impressione quando sono stata in quel ristorante (due volte). altra considerazione: i gusti nel cibo possono essere davvero diversi; i miei si possono un po' dedurre dall'insieme del blog.

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