giovedì 14 gennaio 2010

LA LOTTA TRA ARABI E PERSIANI IN CUCINA. BASHSHAR IBN BURD, POETA DEL VIII S.d.C, E IL CAMALEONTE ARROSTITO.



Nella letteratura satirica del tempo dei primi califfati arabi, si diceva che i beduini e in definitiva tutti gli arabi, considerati comunque discendenti di quei rozzi abitanti del deserto, avessero abitudini alimentari selvagge, come cibarsi di lucertole, di scorpioni, di carne di cane e d’asino, di insetti, ecc.. Si denigrava la loro cultura mentre affermavano il loro potere.

Il poeta persiano Bashshar Ibn Burd (m.783), grande poeta dell'epoca, nato a Bassora (Bosra), cieco, famoso per bruttezza, mala lingua, stile cinico, edonismo, e per l'andar per donne, dice:

Nei nostri tempi gloriosi, noi mangiavamo pane bianco e bevevamo in coppe d’argento e d’oro (…) Voi, di notte, andate a caccia di topi e di porcospini. Invidiate l’uomo che arrostisce un camaleonte …

Quanto a quelli, fieri di se stessi, replicavano rilanciando con storie come quella del beduino che si delizia con un pezzo di grasso di asina selvatica, inserito a mo’ di sandwich tra due datteri, grossi come "lo zoccolo di un giovane cammello nato in primavera", o come quella del poeta Abu al Hindi, che proclama in un poema culinario–nazionalista che "nulla vale una vecchia lucertola", che le uova di quella bestiola costituiscono il cibo degli autentici Arabi e che "il budino di riso" e quei grossi pesci che avete voi (i Persiani) "lo fanno stare male", ecc..

Un piccolo epilogo: Bashshar morì giustiziato perchè accusato di mazdeismo (la religione persiana, ovviamente eretica entro il contesto musulmano); forse i suoi sfottò contribuirono.

Poesia e notizie sulla guerra gastronomica tra persiani e arabi, in L'islam a tavola, Lilia Zaouali, Laterza, 2007.

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Altre due poesie di Bashshar ibn Burd

Se tu vedessi l'amata mia, quando lascia cadere
le vesti color del cartamo, di zafferano,
diresti che sia argento bianco nell'oro.
O bellezza d'argento, sciolto in liquido oro.


Da angolo della poesia in facebook

Celo la solitudine agli ospiti con gioia.
Le solitudini che prima non amavo,
nascoste nel mio animo adesso
le tengo a dialogare con me stesso.

Da amo la poesia


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