da Artemisia Comina
Carciofini piccoli, vabbe’. Ma diversi l'uno dall'altro. Erano sul mercato un mese fa le castraure, sono sul mercato adesso i botoi, o botoletti. Le castraure sono il primo germoglio centrale della pianta di carciofo, troncato perché la pianta moltiplichi i suoi fiori. Sono piccine picciò. I botoi sono i figlioli delle castraure, piccoli carciofi troncati anch’essi in boccio, ma non più il primo centrale germoglio. Vedi la signora che dopo avermi mostrato i botoi, che aveva in vendita, va a prendermi da un cestino nascosto le castraure – le ultime, dice – e me ne fa vedere una nella sua piccolezza. Una bontà, aggiunge. Come per dire: altro che botoi! In effetti, sono assai più piccine dei suoi botoletti. A Rialto c’è una certa varietà: i carciofi violetti dell’isola di Sant’Erasmo, i botoletti, i piccoli carciofi che vengono da Livorno e che in Toscana pare chiamino - sentite che bel nome - carducci, i carciofini. Un banco propone un profluvio di piccoli carciofi che chiama castraure, ma sospetto siano botoli: troppo in là con la stagione. Pare che sulle castraure ci sia tutto un guardia e ladri, al quale adesso sto a mia volta partecipando; castraure che non sono tali se non “nostrane” e primo boccio, mentre carciofini di Livorno e botoi vengono spacciati per esse.
Botoletti di Sant’Erasmo
Castraure. Notare le creaturelle nel cestino: son esse.
Ecco il banco di Rialto che propone sopra carciofini che chiama castraure, sotto i violetti di Sant’Erasmo. Ma prezzo e stagione fanno sospettare botoi.
I violetti di Sant’Erasmo, il parente adulto di castraure e botoi. 20 a cinque euro.
Ecco i foresti: i piccoli carciofi di Livorno. 10 a tre euro. Come si vede, costano meno della metà dei botoletti.
Infine, i carciofini. Ben 20 a cinque euro.