domenica 20 marzo 2011

Marzo. La cena dei pizzoccheri da Polsonetta e Cornucopio

 
Marzo 2011. La cena dei pizoccheri da Polsonetta e Cornucopio. Un piatto di Pizzoccheri è un piatto unico, e fatto bene è memorabile per sapori, equilibrio, memoria di sapienza culinaria tradizionale e di cultura locale, radicata in un territorio. Tuttavia pur restando del tutto centrale è stato preceduto da Crostini di pane di segale caldi da spalmare con un profumatissimo Burro al ginepro da mangiare con della Bresaola, e seguito da un Arrosto al limone con vedure volutamente sommesso affiancato da Radicchio rosso brasato. In conclusione un Dolce di pistacchi che avevo portato io. Piacevolissima cena, per cibo, chiacchere e nuove conoscenze. Poiché era il 17 marzo, non mancava un pane tricolore.
 
Crostini di pane nero, burro al ginepro, bresaola

Pizzoccheri  

Arrosto al limone con vedure

Radicchio rosso brasato

Dolce di pistacchi 












8 commenti:

clelia ha detto...

.. 17 marzo col tricolore...
Sono piacevolissimi questi reportage di amicizia e cena.
Non nascondo che l'invidio.
Clelia

Anonimo ha detto...

pizzoccheri: con gratinatura finale oppure no? bitto o fontina? oppure bel paese? + link a torta pistacchi non porta a nulla. ciao
stefano

artemisia comina ha detto...

clelia, penso che staremmo bene in una cena insieme.

artemisia comina ha detto...

stefano: bitto, e niente gratinatura (il link ai pizzoccheri funziona, c'è tutta la procedura e diversi altri link a altre versioni di pizzoccheri; questa l'ho trovata ottima) quello della torta di pistacchi ora va, era stato un errore di programmazione nell'uscita dei post.

Anonimo ha detto...

grazie e grazie per la ricetta della torta ai pistacchi, che sembra proprio buona.
sui pizzoccheri di polsonetta: anche se a milano oggi e' primavera, io mi ci ficcherei, ma me i pizzoccheri piacciono in tutte le salse. io a volte li ho conditi con burro nocciolato + aggiungo la verza solamente alla fine, in modo che resti croccante e di un bel colore verdino sbarazzino/speranzos, che di questo periodo poi non si butta proprio via (la speranza).
non mi convince l'uso dei fagiolini, verdura che poco centra con i rigori della valtellina, per me.
ciao da MI
stefano

clelia ha detto...

Ero a Roma qualche giorno fa, ando c'e' stato il primo sole primaverile. La settimana prossima Venezia per seguire un'avventura con mia nipote.. ad essere sincera ho pensato ai reportage delle tue cene in terrazzo e quelle nei bacàri.. Imparo sempre molto.
Ciao
clelia

la belle auberge ha detto...

Un ventaglio di portate tanto ampio da soddisfare persino i robusti appetiti dei minatori di Frontale. Complimenti! :)
E' pur vero che, se dovessi allestire aun pranzo con invitati, nemmeno io mi accontenterei di offrire i soli pizzoccheri.
Giusto per discorrere un po', dato che, secondo me, ognuno ha il diritto di prepararsi i pizzoccheri come meglio gli aggrada, non credo di aver mai usato il Bitto per condirli: solo il formaggio Casera o un misto Casera/Magnocca. Verza sì, e abbondante, coste qualcuna, fagiolini no.
Stamattina ho comprato burro freschissimo, pane di segale, bresaola e le bacche di ginepro. Ora vado a prepararmi un super panino!
Grazie dei sempre splendidi suggerimenti.

artemisia comina ha detto...

sui fagiolini interpelleremo quanto prima i cuochi. Io ho trovato che la loro consistenza scrocchiante arpeggiava con un tono in più la verdureità dei pizzoccheri, e ricordo vagamente di averne fatti anni fa con tali verdure eterodosse che li chiami pizzoccheri alla romana. Andrò a vedere gli appunti.

Quanto all'abbondanza, l'accademico nome del cuoco non a caso è Cornucopio, non aggiungo altro.

Tu, Eu, hai senz'altro suggestiva voce in capitolo, poichè di lago di Como te ne intendi assai!

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