domenica 13 giugno 2010
MILANO. RISTORANTE MANNA. CHEF MATTEO FRONDUTI.
Che ci posso fare? I cuochi – e le cuoche – tendenzialmente mi stanno simpatici. Lavoro duro e competenza verificata. Valori romantici, che tendono a sparire altrove, in cucina restano – non sempre, ma mi basta il di quando in quando, i tempi mi hanno reso di manica larga - e seducono le vecchie signore come me.
Ho così provato simpatia per questo timido cosacco il cui ristorante semplice e buono siamo andati a scovare nella periferia milanese in uno dei primi afosi giorni dell’anno, Nunchesto, Lydia Tzaziki ed io. Anche questo ristorante, vuoi perché c’era aria di ponte, vuoi per la crisi, vuoi per il fuggi fuggi dal caldo, era deserto, come gli altri due provati a Milano in questo fine settimana. Deserto e luminoso, tranne noi tre e il cosacco, che ha pure servito a tavola i suoi bei piatti, il che ha dato all'incontro un certo che di affettuoso, di cura del cosacco per il suo ristorante e i suoi piatti. Che ti danno spesso la possibilità di essere ordinati per mezze porzioni; grande idea, che mi ha permesso di assaggiare più cose.
Ho provato la zuppa di piselli verde tenero e menta nella quale si annidava un pezzo di polputo baccalà, accompagnata - prendetemi sul serio, non è per sminuire lo chef - dalla cosa più buona del pasto, tre sottili fette di pane bruschettato perfettamente denso di aromi squisiti e condito con un ottimo olio d'oliva.
I passatelli asciutti con salsiccia di coniglio, uva passa e pinoli - haimé non reggono la prova della memoria, se non in un certo contrasto tra vellutato della salsa e la scabrosità del resto del condimento che mi faceva un po' litigare con il piatto, nell'attesa che ci fosse un più intimo incontro.
Nunchesto e Lydia hanno preso il riso mantecato al porto rosso (niente brodo, ma sola acqua ci dice il cuoco) e prosciutto crudo, molto soave (l'ho assaggiato; pure di grande bellezza visiva).
Poi, per me, lo sgombro con fiori di zucca (perfetta la frittura del fiore, un po' sfuggente il resto, sapori molto leggeri) e cipolla dolce.
Per i due compari, la terrina di ceci, calamari e bottarga che aveva un ottimo aspetto, ma che non ho voluto interferisse con lo sgombro.
Lydia un gelato di pistacchio, croccante di pistacchio e barbajada tiepida, tutto veramente bellissimo a vedersi, ma anche qui mi sono astenuta dall'affondare il cucchiaio.
Per me la vellutata di ananas con rosmarino e fave. Mi incuriosiva assai la congiunzione inedita. Per questo come per gli altri piatti assaggiati, direi che si tratta di cuoco lieve, che sfiora i sapori più che acchiapparli per il collo, e tu stesso assaggiando devi metterti in foggia non avida, ma di meditazione. Interessante.
Un'idea dei prezzi, riprendendo l'apprezzabilissima dimidiazione: 19 euro il piatto di sgombro, 10,5 la metà. 12 euro l'intera zuppa di piselli, 7 la metà. Per me le mezze porzioni erano più che bastevoli. Del resto per un pasto a mezzogiorno dopo i diversi assaggi fatto in questo we milanese non avrei potuto di più.
Manna
via Governo provvisiorio, 6
Tel. 0226809153
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10 commenti:
Quanto mi sono piaciute le nostre ore milanesi!!!
Il riso era sublime
anche a me, molto piaciute. amichevoli con verità, dolcemente estive.
ullalla! ma che bravo il cosacco. Se fosse qui, voltato l'angolo... Anche per l'acqua nel risotto. Faccio così anch'io quando voflio che risalti un certo sapore
che bellezza, quei cassetti sospesi.
poi guardo giù e si spalancano le ante degli occhi e delle papille.
un bacio, buona settimana a voi!
ma sì, isa, la cucina di ristorante è una delle poche cose che non peggiora a vista d'occhio ;)
nina, anche a te piace l'idea di un cassetto sospeso nel vuoto?
ciao artemisia
sono stefano arturi (forse ci eravamo parlati in occasione di 99 colombe).
Complimenti per il blog curioso e con una personalita' + cose buone (quella torte di mandorle e ciligie mi riporta ad anni e annni fa quando, vivevo a Londra, quel tipo di almond and cherry pie era di rigore una volta all'anno) + e poi mi piace qui perche' si fa poco cicaleggio del tipo "oddio-quanto-sei-brava-ma-come fai? + faccina faccina strafaccina", che invece ammorba molti (troppi) altri blog.
Ho letto con divertimento le tue impressioni sui ristoranti milanesi, ormai per me una realta' dimenticata causa a)mia mancanza di pecunio e b) mancanza di cuore e savoir faire in molti ristoranti (e mia conseguente giramento di cabbasisi).
soprattutto ho riso al tuo trattamento al Marchesino .. Tipico savoir faire meneghino-io sono fashion-che ti credi. A me in un notissimo ristorante di piazza scala, celebratissimo di cui faccio solo il nome TRUSSARDI alla Scala, un paio di anni fa non mi volevano quasi fare entrare e servire (erano le due del pomeriggio e io e una amica chef volevano assaggiare i tanto decantati dolci di berton + eravamo vestiti in jeans)... addirittura ci dissero che, non mangiando noi altro, avrebbero dovuto cmq applicare i prezzi della carta dolci e che erano molto cari e altre baggianate simili. senza scomporci rispondemmo che il prezzo non era un problema (risposta sborona,lo so, a spiegazione cretina)... cucina buona e meno buona. ma trattamento cliente pessimo.
molta milano e' cosi':vorrei ma non posso. faccio la fica city of the world, ma poi non si mangia dopo le due.
vabbe'... di Pane e Acqua sono curioso: me ne avevano parlato bene, poi male, poi bene (c'e' anche stato un cambio di gestione) (oltre ad essere attaccato ad uno dei pochi negozi belli e intelligenti di Milano [certo anche lei ha spesso una politica prezzi moltod discutibile], la Orlandi appunto).
il Baffone di manna (oltre a total respect per uno che osa un look simile) sembra buono. forse 19 euro per un piatto di sgombro eccessivo, ma bravi che fanno le mezze porzioni.
io recentemente ho avuto, per lavoro, esperienza fantozzian/delirante/extraterrestiale in un blasonatissimo 3 stelle 3 de Roma, La Pergola. (ne ho anche scritto qui, il mio nuovo blog, dove sto tentando di riprendere a scibacchiare cose piu' o meno sensate, www.qbbq.wordpress.com).... La Pergola e'.. zeffirelli in cucina.. a roma! ..oro, oro, oro e ancora ora e caviale e tartufo e mortadella.. come dire: de tutto e de ppppiu' nun se sbaja
(ma ho anche fatto considerazioni serie sul posto)
ciao e buon proseguimento
ps/// buona idea di crema di fave e pecorino.. molto simile al maro' ligure (conosci?) che e' una goduria. ciao
stefano
www.qbbq.wordpress.com
ben venuto stefano, certo che mi ricordo. trussardi, ci fu un tempo in cui era anche piacevole caffè in cui riposarsi, e solo volendo, anche mangiare, proprio come uno potrebbe desiderare. prezzi non esagerati per comodità e posizione, confort garantito. più volte frequentato, piacevole sosta milanese. poi si è trasformato nell'attuale ristorante, e ha perso per me ogni attrattiva.
la pergola: ci andai molti anni fa, prima dell'euro, poi è diventato troppo caro; bella esperienza polifonica; solo disagio, l'ambiente, veramente bara di lusso. vengo a leggere la tua esperienza.
bara di lusso la pergola mi sembra azzeccatissimo... ad ogni portata i camerieri ci chiedevano se era tutto a posto (sapevano che eravamo stampa) e vedendo che avanzavamo spesso (sia perche' non di mio gusto ma soprattutto perche'quando si tratta di lavoro (altrui diciamo: io ero ospite di amico giornalista inglese che scriveva dell'hilton e che cmq confidava nella mia memoria dei piatti e della situazion) io entro in mode "assaggio ma non mangio") si preuccupavano molto. a fine serata uscito herr beck e con accento teutonico sibila: "szszoo you didn't like it!" . Io colto da sopresa, cerco di distinguere: apprezzo la passione e la cura che ponete, forse non c'e' convergenza di gusti su alcune proposte et similia...
... ma avrei dovuto forse urlare: e' una bara di lussooooo!!1
+ lo dico qui, ma dovrei dirlo la: buono tortino di zucchine e avena. io ne faccio uno simile usando il riso a crudo (che assorbe acqua delle zucchine).
passando di palo in frasca> sei mai stata da sadler? ecco li ho mangiato bene; alta cucina che pero' (quando ci sono stato io) non tenta di strafare con effetti da fantascienza. uno di quei posti in cui vorrei tornare. devo trovare un altro lavoro che mi ci porti (in quel caso ero io/me al lavoro> dovevo scrivere una vetrina descizione di sadler per san pellegrino). ciao. stefano
a me il cibo colpì molto, in una Roma così poco avvezza non dico al grande ristorante, ma perfino al ristorante. Mi colpì l'assetto a sistema solare. Un elemento centrale, e una costellazione intorno che giocava molto sui contrasti, specie solido - liquido. Oggi non ritengo di avere un palato all'altezza degli attuali prezzi. La bara di lusso è intrinseca a un cinque stelle, specie USA. Se il lusso fosse quello di Sissinghurst e l'arredatrice Vita Sackville-West mi andrebbe bene ;). No, non conosco Sadler; forse un giorno :))
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