Da Isolina
Raggi di sole e grandinate, e nel grigio dell'inverno, il drammatico grigio dei calanchi sulla via verso Monte Oliveto. Per Natale all'ultimo momento cambio menu, come sempre; nel brodo di cappone, non stracciatella, ma la mia cara, vecchia minestra di semolino composta, o zuppa imperiale; quindi, per rinfrescarmi la memoria, ecco il vecchio fidato Artusi.
«Per ogni uovo: Semolino, grammi 30. Parmigiano grattato, grammi 20. Burro, grammi 20. Sale, una presa. Odore di noce moscata. Il burro scioglietelo al fuoco e, tolto via dal fuoco, versateci sopra il semolino e il parmigiano, sciogliendo bene il composto colle uova. Poi versatelo in una cazzaruola con un foglio imburrato sotto per assodarlo fra due fuochi, badando che non rosoli. Sformato e diaccio che sia, tagliatelo a piccoli dadi o in altro modo, facendolo bollire nel brodo per dieci minuti. Tre uova basteranno per cinque persone.»
Ovvero:
Sciogliere 60g di burro a fuoco basso in un tegame.
Toglierlo dal fuoco e aggiungere 90g di semolino e 60g di parmigiano grattugiato.
Unirvi 3 uova sbattute, una presa di sale e una grattugiata di noce
moscata.
Continuare a battere fino a ottenere una pastella soffice e spumosa.
Foderare una teglia da forno rettangolare (circa 25×35 cm)
con carta da forno bagnata e strizzata, versarvi la pastella, pareggiarla.
Metterla in forno a 180° per 20’ circa, fino a quando non sarà dorata.
Lasciarla intiepidire e tagliarla a dadini.
Portare a ebollizione 1 l. e 1/2 di brodo di carne, versarvi
i dadini; dopo un minuto spegnere.
Mangiare subito.
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