Di Isolina
Il tiglio è il primo a mostrare la chioma gialla, sempre bello il vialetto verso casa, ora è aggraziato dalla fiamma del giovane albicocco; sulla via di Montisi si incontra un incantevole sito dal nome romanticamente evocativo, Montelifré, ma fra poco, forse già domani, non potremo più fare i nostri piccoli giri. Le pecore, loro, continueranno tranquillamente a pascolare. Ricordo quando c’erano gli stradini, e le piccole casette ora abbandonate erano ricovero degli attrezzi e per loro dal mal tempo o dal troppo sole. Pesce spada con cappello del vescovo. Dei cappelli del vescovo ho già parlato, comunque trattasi di bellissimi peperoncini di forma stravagante, non piccanti ma saporitissimi. Utilissimi in cucina, ma non facili da trovare per chi non se li coltivi, e si possono benissimo coltivare in vaso sul balcone, per esempio. Molto soddisfacente, con veramente poco lavoro, e ci farei scarpetta, ma disciplinatamente mi astengo. In mancanza di vescovi, si può certamente utilizzare friggitelli o altri peperoni normali.
In padella, con pochissimo olio d'oliva (per via della dieta) metto delle fettine di aglio, un piccolo peperoncino verde piccante e diversi rossi cappelli da vescovo tagliati a pezzetti.
Faccio andare a fuoco dolce fino ad appassire, e quindi calo della passata di pomodoro e un bel cucchiaio di triplo concentrato sciolto in acqua calda.
Copro e proseguo la cottura fino a completo ammorbidimento dei cappelli.
Nel frattempo faccio un bel trito di prezzemolo al quale aggiungo una manciatina di capperi solo grossolanamente tritati.
Alzo la fiamma e adagio in padella delle belle fette di pesce spada che cuocio girandole una volta, in tutto tre minuti.
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