Siamo nella raccolta Verdure e vegetali, divisi in: Insalate. Di tutto un po'; Insalate. Radicchio; Insalate. Con la frutta; Terrine; Ripieni; Polpette e crocchette; Fritti; Puré Mousse e Gelatine; Timballi, Timpani, Turbanti; Timballi, Timpani, Turbanti. Zucca; Sformati e Pasticci; Sformati e pasticci. zucca; Sformati patate; Dal indiani; Questo e quello; Cavoli broccoli brassicacee; Patate; Asaparagi e Carciofi; Peperoni e melanzane; Radicchio; Zucchine; Zucca.
Da Artemisia
Note su altre versioni: versione di Badalucco, vicino a Montalto:
250ml di latte e 2 uova. Nella versione del “Codice della cucina
Ligure”, pubblicato dal Il secolo XIX
nel 1982 si chiama Frandurà; oltre alle uova viene aggiunto un trito di
pomodori, basilico, prezzemolo e una spolverata di noce moscata. Da fotocibiamo. Sul tavolo di Ottobre 2017. Spuntino con frandura.
Disporle a spirale in una grande teglia di 38cm di diametro (io il testo di rame ligure) unta di olio d'oliva. Fare due strati.
Pastella: battere insieme 250g di farina00 e 350ml di latte. Salare.
Versare la pastella sulle patate.
Cospargere con 100g di pecorino grattugiato.
Cuocere in forno a 200° per 40' circa (deve diventare dorata).
Sia calda che fredda
Di Montalto Ligure in Provincia di Imperia.
Frandura con patate e rape rosse
Nel menu di Febbraio 2018. Neve a Roma e spuntino serale per coraggiosi.
Adotto la versione Versione di Badalucco, vicino a Montalto: 250ml di latte e 2 uova. Oltre al pecorino, ovvio. Poi, un cambiamento eretico: uno strato di patate, uno di rape rosse.
Da Artemisia
Mi misi all'opera con questa pitta, poichè Maria Luisa, la cugina napoletana, vedendo il gattò leccese mi disse: "Esiste nel neretino una versione del nostro napoletano gatto' chiamata Pitta, con la farcia di cipolle, olive nerissime locali (celline) e pomodorini ammorbiditi nel forte olio indigeno. Patate che le vecchie zie sfrantumavano a mano con una bottiglia di vetro a mo' di matterello, condivano con olio d'oliva e sale, ma niente latte o burro o parmigiano, come si usa a Napoli; pangrattato sì, ad avvolgere il tutto sotto, sopra e ai lati, prima di infilarlo in forno. Un tortino basso, schiacciato, pieno di profumi e sapori e suggestioni intense". I fratelli della pitta: Gattò leccese, Gattò napoletano di Jeanne Carola Francesconi, Gateau abruzzese. Siamo in una raccolta: Monografie. Italia in cucina. Puglia.
Versione 1
500g di patate lesse pelate e schiacciate, condite con olio d'oliva, un po' di pecorino grattugiato, due cucchiai di salsa di pomodoro.
Una salsa di pomodoro fatta a partire da una cipolla piccola, affettata e ammorbidita in olio d'oliva, e poi con 200g di pelati; il tutto cotto per 20'. Sale.
Una teglia da mezzo litro, bordi bassi (3cm) larga 10cm per 20cm.
Ungerla d'olio doliva e cospargerla di pan grattato.
Stendervi uno strato di patate, poi la salsa, quindi spargervi abbondanti capperi sotto sale dissalati e abbondanti olive (io taggiasche) denocciolate.
Altro strato di patate, rigare la superficie con i rebbi di una forchetta, oliarla, cospargerla di pangrattato.
Forno già caldo a 180° per 30'.
Versione 2, doppia quantità, bassa
Subito dopo ne ho fatta una con quantità doppie, sostituendo i pelati con pomodorini spaccati; ho usato un testo di rame ligure, di 38cm di diametro, bordi molto bassi. I due strati di patate si sono troppo assottigliati, meglio tenerli dello spessore della pitta precedente. Diciamo che raddoppiando le dosi, punterei su una trentina di cm di diametro. Ovviamente è in ogni caso parsa golosissima a tutti, poichè lo è.
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