Da Isolina
Un'altra ricetta che devo ai Carnets de Julie (Les Carnets de Julie diffusé sur France 3 et présenté par Julie Andrieu). Sembra che a Nantes, quando incominciarono ad arrivare bastimenti carichi di cose esotiche dalle Indie occidentali, si incominciò anche a fare largo uso di spezie e di nuovi tipi di alcolici, tipo rhum; questo dolce inebriato di rhum, viene da quel tempo. E' semplicissimo e delizioso. Julie consiglia, e io sono più che d'accordo, di prepararlo qualche giorno prima del previsto consumo. Per Luglio 2019. Piccolo pranzo molto celebrativo con menu bizzarro lo rifaccio, sempre quadrato, un gateau piccolo piccolo per due innamorati.
Versione quadrata
Far ammorbidire150 g di burro demi-sel, quindi aggiungerò 120 g di zucchero e sbattere bene.
Aggiungere 150g di farina di mandorle, 50g di farina 00, una bustina scarsa di lievito per dolci e incorporare perfettamente.
Aggiungere 4 uova intere una ad una incorporando, quindi 60cl di rhum.
Versare in uno stampo ben imburrato (ne ho usato uno quadrato di 22 cm di lato) e infornare a 180° per 45 minuti.
Una volta sfornato, lasciare intiepidire leggermente quindi praticare dei fori sulla superficie e far penetrare altri 60cl di rhum.
Lasciar raffreddare e quindi sformare.
Nel frattempo fare la glassa.
Mettere120g di zucchero a velo in una ciotola e aggiungere il succo di un'arancia poco alla volta, mescolando sempre, fino ad ottenere una consistenza non troppo liquida, ma ben spalmabile.
Decorare a piacer o no, mettere in frigo per far ben prendere la glassa.
L'ho servito tagliato a quadrotti.
Chiamerei questa versione di Isolina gateau nantais all'arancia, poichè si differenzia da versioni trovate su siti nantais presentate come le vere nantais: senza arancia e senza lievito. Su AAA c'è anche la versione più "classica" senza lievito e senza arancia. I due gateau sono così diversi che chi conosce l'uno, non sa nulla dell'altro; il classico è setoso, e la sua setosità si intensifica con lo strato di glassa; l'arancico è spugnoso, e ricorda quasi un babà (ha pure dosi più alte di rum). Entrambi da rifare. Il mio gateau nantais all'arancia, che faccio rotondo seguendo per il resto Isolina alla lettera, aveva bisogno di essere trasportato: gli facemmo una culletta di cartoncino arancione. Il dolce gonfia alquanto, poi senza deformarsi si riassesta su dimensioni più contenute. La glassa all'arancia tende ad affondare, penso anche perchè non ho aspettato il totale raffreddamento, ma vedo che anche quello di Isa ha effetto marmorizzato. Viene voglia di imbelluriarlo, ci misi violette candite e lacrime d'amor. L'effetto finale è di un romanticismo fané, una sorta di abito da ballo inizi ottocento lievemente stropicciato. Stampo 21cm. Portare un dolce a una ricca cena vuol dire assaggiarlo appena. L'ho rifatto. Nel menu di Aprile 2015. Una piccola cena tutta isolinica in compagnia del Gatto e del Pesce Gatto Mongolo. Questa volta siamo alla verginella fané, un giro di lacrime d'amore che contribuisce con le sue gocce di rosolio, e pioggia di confettini. Se il dolce è davvero freddo, la glassatura resiste.
2 commenti:
Questo lo faccio al volo!
Ah ecco, ecco il nantais. La definizione di abito da ballo inizio '800 è azzeccatissima. La cosa più strepitosa è quel tritone pescegatto ricamato, forse la più bella immagine che abbia visto qui: lo ruberei da quanto mi piace; è bellissimo, perfetto.
Posta un commento