Voi che talvolta condividete meco il desco: preparatevi a mangiare Smørrebrød romani. Smørrebrød: panino aperto. Pane nero, denso, e ricchissimo burro. Poscia freschi assortimenti di nordici elementi, carnei, pescevoli, ovuti, verdurei. Qualsiasi cosa, purché freschissima. Ad es. anguilla affumicata, uova strapazzate, un ciuffo di aneto come una piuma sul cappello, una cascata di erba cipollina teneramente verdina. Deliziosamente, esteticamente assemblati.
Avrei voluto nutrirmi notte e giorno di smørrebrød, ma tra ricchissime colazioni e ricercate cene, be', a tutto c'è limite. Così solo una volta abbiamo potuto concederci il piacere e abbiamo infilato una strada trasversale del Nyhavn, il Porto Nuovo del XVII secolo, un canale di collegamento tra la piazza Kongens Nitrov, al centro della città, e il porto principale. Una piccola casa, delle scale di legno, un'accoglienza cordiale - "parlo italiano" ci dice la signora mentre consiglia di bere snaps, una sorta di acquavite, che versa fino all'orlo che di più non si può - una tavolata che festeggia senza schiamazzi ma con molti sorrisi, molti scarponi all'ingresso.
Ancora una volta dalla finestra vediamo passare militari a cavallo pittorescamente abbigliati, pronti alla cerimonia assai più che alla guerra.
Ecco, dal sito di Told & Snaps tutto l'elenco degli smørrebrød per quando ci piglierà l'uzzolo di rifarli.Gli smørrebrød non si servono per cena; al calar della sera, arriva qui come altrove un normale menu.
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