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In genere non parlo di vini, e lascio che se ne occupi colui che non a caso si chiama Nunchesto Bibendum. Tuttavia in questo viaggio ho sbevazzato alquanto, non so perché, e infine in Valle D'Aosta ho grandemente apprezzato un certo vino, haimé raro, per cui non potrò attaccarmi alla bottiglia. Così ne parlo; eviterò di blaterare di tannini, retrogusto ed altro di cui mi manca ogni codice, dirò “con parole mie” che aveva la densità della polpa di frutta rossa e una piccola coda a virgola piacevolmente aspra.
Così dice una presentazione del vino che l'oste mi ha cortesemente allungato: Costabaltea 2007, ViniRari Giulio Moriondo. Vitigni: Fumin 50%, Cornalin 50%, entrambi autoctoni valdostani, il Fumin solo nella Valle d’Aosta, il Cornalin anche in Vallese, Humagne Rouge; le viti crescono su sedimenti sabbiosi del Balteo, un lago estintosi 7000 anni fa, sorretti da terrazze secolari, a 540m nel comune di Nus. Metodo artigianale all’antica, con fermentazione senza inoculo di lieviti e poi né chiarifiche, né filtrazioni, né barriques, né stabilizzazione tartarica; unico additivo, il metabisolfito di potassio. Rosso malvaceo tendente al granato, profumo intenso e persistente, note tabaccate, vanigliate e di confettura di mirtillo nero.
ViniRari
ViniRari su LaVINIum e su Porthos.
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