giovedì 5 agosto 2010
EBRIDI ESTERNE. HARRIS. SEILEBOST.
La grande spiaggia di Seilbost è luogo di ampie maree. L'abbiamo vista invasa dall’acqua, mobile specchio celeste e luminoso e poi emersa, infinita distesa di ondulata sabbia setosamente luminescente.
Ci arriviamo spingendo la macchina sul più sontuoso dei sentieri – una traccia verde tenero entro il ricco prato fiorito, costellato di buche che fanno pensare a parecchi abitanti, increspata e lucente per via della marea che l’ha appena abbandonata, con un oystercatcher lontano, sull’orlo del mare, che giravolta alacre cercando. Qui mucchi di alghe odorose, fortemente, anche rosse, anche dagli orli a falpalà. Oppure, avviluppate matasse. E buchi nella sabbia, e strani spaghetti di sabbia. Vita nascosta sotto. Qui ho cacciato bovoletti, rustici e opachi, o piccoli e perfetti, ancora una volta gialli o arancioni.
E poi cammina cammina, e poi immergersi nella luce scura del tramonto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Bello questo reportage sulle Ebridi. Mi hai fatto venire voglia di scozia, di mare e brughiera.
Cosa saranno questi spaghetti di sabbia? Ne vedo anch'io sulle spiagge ogni tanto. Buona estate.
ecco ecco! quel manto d'erba e quella strada che solca il materasso della donna-collina era proprio come la prima foto! cara art ti abbraccio
ape, sono stata a vedere il ricamo di bayeux ;)
penso che gli spaghetti li faccia una bestiolina sottosabbia.
un vero materasso folto, nina!
Posta un commento