giovedì 8 luglio 2010
TOSCANA. BAGNO VIGNONI. LO SCULTORE GIAPPONESE.
Tre novità, a Bagno Vignoni: due vecchie e a me ignote, un'altra credo abbastanza recente per tutti. Una piacevolissima libreria aperta fino a tardi, bella, simpatica e dove raccogliere notizie su ciò che accade, un piccolo giardino di commovente bellezza affacciato sulla piazza d’acqua e la scultura di uno scultore giapponese, oggetto di una mostra temporanea, piazzata nel centro della piscina.
Biancheggiava assai la scultura, e rammentava la goccia, l’acqua, il suo cerchieggiare e dilatarsi. Io l’ho guardata male nel suo scintillare solido e bianco su quel tappeto luminescente, scuro e di cui la pietra, camminandoci su come San Pietro, contraddiceva così brutalmente l'impalpabile superficie acquea.
Mi è capitato poi di parlarne con un massaggiatore energico mentre era all’opera su di me – ricordatevi che siamo in luoghi ove l’estetica e l’ipocondria vanno di conserva - e di confliggere con lui, amante d’arte contemporanea; quello asseriva che i giapponesi sono siffatti: loro con l’arte vogliono, appunto, provocare. Ci sono quelli che se non esci gridando dal luogo delle loro mostre fanno karakiri; io dicevo, con sprezzo del pericolo, che detesto veder trattati come luoghi vuoti spazi che sono densi di presenza in ogni centimetro quadrato.
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