mercoledì 21 luglio 2010

Ratatouille come Michel Guerard Minceur.



Da Artemisia

Amante come sono del ratatouille ovvero rattatuglie, dell'infanzia, leggendo di questo tuttasalute, mi dissi: perché non farlo, visto che ora ci sono le acconce verdure? Ho così seguito la procedura di Guerard nel suo libro “dimagrante”, La Grande Cuisine Minceur, pur con sottofondo di diffidenza, come per tutte le cose che fanno bene. In effetti ne deriva un piatto elegante ma un po’ più insipido del rattatuglie sopra citato. Fu anche nel menu di Maggio 2012. La cena superleggera. Ci feci pure una Crostata ratatouille.

Tagliare a dadini regolari un peperone, una melanzana, una cipolla, due zucchine.

Saltare molto rapidamente tutte le verdure, separatamente, in una padella con un cucchiaino da tè di olio d’oliva.

Versarle in una teglia da forno, salare, coprire con carta alluminio ben sigillata e far cuocere in forno per 30’.

Aromatizzare con molto basilico.



8 commenti:

Glu.fri cosas varias sin gluten ha detto...

...sana !!!! E profumata..

isolina ha detto...

Inzomma... Da quel Guerard ci sono stata anch'io annissimi fa. Ma abbiamo mangiato nella sezione no dieta e i dietanti guardavano con invidia.
Bella però emolto distinta

artemisia comina ha detto...

io stessa ti penso oggi con invidia :DDD

ma con l'avanzo abbondante ci ho fatto una crostata da leccarsi baffi (tiè) (riferirò).

dede leoncedis ha detto...

Sorbole, la tua ricetta mi ha ricordato che non avevo ancora aggiunto il libro su aNobii, grazie!

Anonimo ha detto...

io sono, dal quel thread, 4 giorni che mi sto mangiando ratatouille fredda: ho usato la ricetta che ho pubblicato nel mio Pausa Pranzo, che rimanda anche in parte alla ricetta di MG... confesso che, forse mi sono fissato io, questa volta, anchea me, mi è risultata meno saporita, o quanto meno io la trovo tale.
voglio provare a cuocere le verdure in forno SENZA stagnola la prox volta, confidando nel fatto che le verdure arrostite sono sempre più saporite di quelle cotte in ambiente "chiuso" (stagnola).
stefano

artemisia comina ha detto...

"pausa pranzo" non la conoscevo. mi piace l'idea, anche se a me non capita così spesso di dover mangiare fuori a pranzo e quando mi capita spesso salto - preferisco una buona colazione - tanto la cena non mancherà. piuttosto mi ricorda il cestino che mi portavo dietro a scuola. mi pare che anche per questo qualcuno abbia scritto qualcosa: ce n'è altrettanto bisogno :))
in ogni caso, mi piacciono i cesti, le scatole (mi vengono in mente i giapponesi).

quanto alla rattatuglie o ratatouille, presto passerò qualche giorno in campagna e farò esattamente come te: più olio, e rosolare! (lì tutto concorre a fare una buona rattatuglie).

Anonimo ha detto...

ciao artemisia
il libro Pausa Pranzo era nato proprio dal quel concetto base, anzi da quella immagine, anzi da una realta': io che (allora lavoravo in una redazione in centro a milano), a mezzogiorno, per non mangiare in uno di quei localacci milanesi quattrosaltiincalderone/tispenno in ogni caso, mi portavo piccole cose da mangiucchiare a mezzogiorno, per spezzare la giornata. da li, due anni di lavoro dopo, nacque il libro.
a me piace molto l'idea del picnic, o meglio l'idea dei piccoli piatti, degli assaggi, metze, antipasti e robe svedesi e simili.
oltra alla ratat. voglio anche riprovare a fare un suo parente, il bohemienne, a base di melanzane, di cui, ovviamente, esistono innumerevoli versioni. ciao, stefano

Pellegrina ha detto...

La definizione calza a pennello tuttavia ci sono cose decisamente più insipide. In fondo questa ha una sua armonia e non è banale. Penso che la rifaro’ ancora.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...