giovedì 1 luglio 2010

Frullato di banane, cacao amaro, vaniglia, rum.


Di Artemisia

Cinque banane mature, 250g di latte di mandorle e pistacchi, un cucchiaino di pasta di semi di vaniglia, 50g di rum, quattro cucchiai di cacao amaro.

Sotto forma di crema

Lo rifaccio e lo servo in tazzine (eravamo 15). Grand Marnier invece di Rum. Ne avanza: sorpresa: dopo un giorno di frigo diventa rassodata crema. Sul tavolo di  Giugno 2018. Quindici, alla fine di una giornata di lavoro







6 commenti:

isolina ha detto...

Godurioso. Sto pensando a un prossimo menu orticolo e questo mi sembra il giusto finale. Non orticolo di qui, ma praticamente ecosolidale

Lydia ha detto...

Noooooo, ricomincio a morire dall'invidia per quei bicchieri strepitosi

Duck ha detto...

Ricomincia la stagione dei frullatoni d'Artemisia! Che libidine!
:-)

Pellegrina ha detto...

Degna fine per una banana molto matura che si annoiava in frigorifero. Adatto al fresco autunnale mattutino di Roma - però senz'alcool che ci sarebbe stato benissimo, ma non a quell'ora e prima di una giornata di lavoro!!!

Pellegrina ha detto...

E sì, il quadro è proprio vaniglia e rum. Aproposito mi viene in mente che non ho mai rifatto la torta nantaise... hmm... bisognerà rimediare. Sai qual è la domanda che mi pongo? Come mai proprio in un porto coloniale possa essere nata una torta che è il trionfo del surrogato autoctono di barbabietola anziché dell'aromatico e bruno prodotto dell'esotica canna... filologia culinaria, hmm...

artemisia comina ha detto...

i mix coloniali sono davvero mix

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