mercoledì 6 gennaio 2010

Turchia. Istanbul. Stoffe. Il bazar di Arusa




In tutto il blu freddo e umido del Sultanahmet semideserto di una sera di dicembre, il caldo invito colorato delle stoffe è stato irresistibile e massimamente accogliente. Dietro la Moschea Blu, c'è il bazar di Arasta, aperto anche quando gli altri negozi sono chiusi. Eccomi lì a cercare, ancora una volta, un paio di metri di ikat. La cultura della stoffa, così antica, così lunga nei millenni, ancora propone una piccola, affascinante eredità.










16 commenti:

dede leoncedis ha detto...

che bei post su Istanbul, da centellinare con calma uno ad uno accarezzando il proposito di tornare presto in quella città magica. grazie

miciapallina ha detto...

Incantata ho seguito a ritroso tutto il percorso, dalle stoffe alle case in legno, passando per gli arabeschio delle sedie fino ai colori della moschea e allo stampo con il gatto!
Mi sono riempita gli occhi di luce e sogni.
Grazie!

nasinasi

Anonimo ha detto...

Hai spalancata una finestra dalla quale godere un panorama magico e intrigante...grazie.
MarinaP.

Francesca ha detto...

ho una sorta di attrazione fatale verso gli inventari di cose. sarà la molteplicità la ripetizione, la variazione del più piccolo particolare a irretirmi.
Per cui che meraviglia questi scatti.

nina

frenci ha detto...

istanbul è tra i luoghi del mondo che più sogno di visitare, e non so nemmeno io il perchè, al di là del fascino che indubbiamente esercita su di me tutto il medioriente, e tutto quanto sta a metà, non è questo e non è quello, perchè vi intravvedo una ricchezza infinita... ricordo che quando andai in vacanza a Kos parte della mia felicità era data dal fatto di trovarmi così vicina alla costa turca, mi bastava saperla laggiù per sentirmi inebriata (e non per effetto dell'ouzo, sono astemia, mio malgrado)... grazie artemisia, bentornata!

papavero di campo ha detto...

zuccotto in capo
se vuoi fare il moghul
se stai a Istanbul

artemisia comina ha detto...

dede, Istanbul fu dono imprevisto sulla strada per la Siria (costato per altro la perdita di Aleppo). mai c'ero stata d'inverno, e mi ha incantato l'assenza di turisti, il silenzio blu, lo sciamare turco, anzi anatolico, che la città diventa sempre più turca e contadina, uccelli scuri nel buio, in cielo e in terra.

artemisia comina ha detto...

micia, ci sono adesso sassi ellenistici e romani, pani siriani e macine dell'età del bronzo, verrà un immenso castello dei crociati e qualche vetro damasceno :))

artemisia comina ha detto...

marina, grazie a te, sempre gentile.

artemisia comina ha detto...

nina, quanto ad amare la ripetitività con variazioni, siamo in concorrenza. secondo me, è l'apprendimento di una lingua, che un unico oggetto non può dare.

artemisia comina ha detto...

ah sì, frenci, bisogna che tu ci metta piede. è l'estraneità che ci appartiene intimamente, è questo che è essenziale scoprire.

artemisia comina ha detto...

pap, sto già a rimpiangere di non averne comperato uno.

Martissima ha detto...

che peccato ....questo mi è sfuggito ;-((

niky ha detto...

Artemisia, avrei giurato che uno di quegli allegri zuccotti l'avessi preso!
sarà per la prossima volta :)

artemisia comina ha detto...

astro, capisco il dolore ;)

artemisia comina ha detto...

niky, non girare il coltello...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...