martedì 12 gennaio 2010

IL CIBO NELLA PIU' VECCHIA LETTERATURA DEL MONDO. INANNA E GLI ALTRI.




Samuel Noah Kramer (1987 - 1990), assiriologo (così si chiamano gli studiosi dell'antica Mesopotamia), uno dei maggiori esperti di lingua sumera, ha contribuito a creare, con le sue ricerche e traduzioni di tavolette cuneiformi, un ricco corpus della letteratura di quel popolo, rivelandosi abile non solo nella comprensione di quei reperti sbreccati e consunti, spesso lacunosi e a volte sparsi un pezzo in un museo e un pezzo in un altro, ma anche nella resa letteraria di quei brani ostici, rendendoli vivi e vegeti e affascinantissimi alla lettura.

Tutto orgoglioso del suo campo di ricerca, che per altro da pioniere ha contribuito a creare, e scavando in questi vecchi archivi che insieme con quelli dell'Egitto rappresentano le radici della nostra cultura tutt'ora ancorata ad esse, ci parla così del primo parlamento, della prima guerra dei nervi, del primo Noè (eh già, perché in quella letteratura si ritrova la prima storia di un diluvio che sommerge la terra, di una grande nave costruita per sfuggirvi, di un corvo mandato in esplorazione che non torna indietro, di una colomba che invece lo fa), dei primi proverbi e motti (ad esempio: chi ha molto denaro è felice, chi ha molto orzo è felice, ma chi non ha nulla può dormire), della prima sentenza di tribunale.

Immaginiamo. Il 1951 volge al termine, nella mattina invernale una luce fredda e grigioazzurra entra, attraversando un fitto e mobile pulviscolo, da un finestrone offuscato dal buio. Gli uffici del Museo Archeologico non sono abbastanza riscaldati, come avviene in quei paesi che credono di essere caldi e al contempo non disdegnano le economie. Un piccolo erbreo russo sfuggito ai pogrom e rifugiatosi in America, dove ha studiato presso il Dipartimento di Studi Orientali dell'Università della Pennsylvania, ha portato il suo gran ciuffo di capelli e i suoi cinquantuno anni avvolti in sciarpe ed esperti in lettura di tavolette cuneiformi fino alla bella Istanbul. Al gelido far del giorno è sfuggito alla disapprovazione dalla sua locandiera che gli offriva dei rifiutati formaggio, miele, yogurt, tè (poi imparerà ad apprezzarli grandemente), ha bevuto un caffè (ancora crede ne caffè turco) e sulla soglia del Topkapi ha mangiato una bella simit dorata coperta di semi di sesamo che un ambulante ha calato dalla cima dell'inverosimile piramide di ciambelle che portava sulla testa. La gioia con cui ne addenta la crosta fragrante è quella di colui che fa i conti con il portafoglio prudente di chi studia un tema ritenuto marginale, per il quale le Università non profondono risorse, e che a lungo ha temuto di dover cambiare mesiere.

Ora rovista felice e freddoloso entro dei profondi cassettoni pieni di polverose tavolette e frammenti di tavolette mirabilmente coperte di stupende zampe di gallina ricche di ancora segreti significati, in preda a una golosa disperazione. Non ce la farà mai a leggerli tutti. Deve scegliere. Una tavoletta singolarmente linda e pinta e lucente attrae la sua attenzione. Qualche parola d'amore - rara in quel tipo si letteratura - può essere subito afferrata. Se la porta sul tavolo, mentre intorno a lui si aggira sbirciando in attesa, angelo custode, sorvegliante, complice, la signora Muazzez Cig, conservatrice della raccolta di tavolette, che poi la copierà su carta, operazione indispensabile per la successiva traduzione.

Sposo, caro al mio cuore,
Grande è la tua bellezza, dolce come il miele.
Leone, caro al mio cuore,
Grande è la tua bellezza, dolce come il miele.
Tu mi hai avvinta, lascia che io resti tremante davanti a te:
Sposo, vorrei essere condotta da te nella camera.
Tu mi hai avvinta, lascia che io resti tremante davanti a te.
Leone, vorrei essere condotta da te nella camera.
Sposo, lascia che ti accarezzi.
La mia carezza amorosa è più soave del miele.
Nella camera, piena di miele,
Lasciaci godere della tua sfolgorante bellezza.
Leone, lascia che ti accarezzi:
La mia carezza amorosa è più soave del miele.
Sposo, tu hai preso con me il tuo piacere:
Dillo a mia madre, ed ella ti offrirà delle leccornie;
A mio padre, ed egli ti colmerà di doni.
La tua anima, io so come allietare la tua anima;
Sposo, dormi nella nostra casa fino all'alba.
Il tuo cuore, io so come allietare il tuo cuore:
Leone, dormiamo nella nostra casa fino all'alba.
Tu, poiché mi ami,
Dammi, te ne prego, le tue carezze.
Mio signore dio, mio signore protettore,
Mio Shu-Sin che rallegri il cuore di Enlil,
Dammi, te ne prego, le tue carezze.
Il tuo posto dolce come il miele, te ne prego, poggia la tua mano su di esso.
Poggia la mano su di esso come un mantello-gishban,
Richiudi a coppa la tua mano su di esso come su un mantello-gishban-sikin.


I due, palpitando, hanno scoperto l'inno che accompagnò il matrimonio sacro del re Shu-Sin con la sacerdotessa di Inanna, la spavalda dea della guerra e della fertilità. Questa trascrizione dell'inno è completa; nelle mie successive citazioni tenete presente che sforbicerò.

Qua e là, tra un inno e un mito si parla di cibi. Cosa mangiavano, o almeno di quali cibi parlavano gli antichissimi Sumeri del III millennio, in quella che l'Autore chiama la prima letteratura del mondo, un buon millennio prima che gli Ebrei componessero i primi libri della Bibbia (e quante delle storie dei Sumeri risuonano poi in quelle) e i Greci scrivessero l'Iliade e l'Odissea?

Una delle protagoniste delle storie narrate è una dea bella e sicura di sè, piena di inziative e di forza, una dea di un mondo che ancora non era sfacciatamente patriarcale: Inanna. Inanna è corteggiata da un pastore e da un agricoltore in competizione tra loro (ecco l'apparire di un tema che sarà ripreso dalla Bibbia), chi sceglierà? Ci sono quattro dei protagonisti. Inanna, il fratello dio del sole Utu, il dio pastore Dumizi e il dio agricoltore Enkimdu. Scelgo i brani del testo evocatori di cibi.

Utu perora che Inanna sposi il pastore, celebrando latte e panna (facendo di quest'ultimo uno dei primi alimenti al mondo ad essere celebrato in un inno, altro che storie):

O sorella, lascia che il pastore ti sposi
O vergine Inanna, perchè rifiuti?
La sua panna è buona, il suo latte è buono.
...
La sua buona panna egli la mangerà con te.


Inanna risponde picche:

Me, giovinetta, il fattore avrà per sposa,
Il fattore che fa crescere le piante in abbondanza,
Il fattore che fa crescere il grano in abbondanza


Quindi il pastore perora la sua causa, contrapponendo i suoi doni di formaggi e latte ai doni di fave e birra del fattore (non ancora conscio dell'opportunità di una unione di fave e cacio).

Se mi versasse la sua birra migliore,
io verserei per lui, il fattore, il mio latte giallo;
.......
Se mi donasse il suo buon pane,
io donerei a lui, fattore, in cambio il mio formaggio di miele;
.......
Se mi donasse le sue piccole fave,
Io donerei a lui, fattore, in cambio i miei piccoli formaggi


Il fattore replica con un diluvio di grano, lenticchie e piselli:

porterò del grano, porterò dei piselli,
porterò delle lenticchie,
per te, giovanetta, per te, giovanetta Inanna.


Infine Inanna sposa il pastore e così lo celebra:

Fammi del latte grasso, o mio sposo, fammi del latte grasso,
O mio giovane sposo, io berrò con te del latte fresco,
Toro selvatico, Dumuzi, fammi del latte grasso,
O mio giovane sposo, io berrò con te del latte fresco,
Il latte della capra, fallo scorrere per me nell'ovile,
Con del formaggio....riempi la mia zangola sacra,
Signore Dumuzi, io berrò il latte fresco con te.


Vorrei chiarire che il pastore non ci fa un grande affare, poichè successivamente la moglie lo sprofonderà negli inferi per sei mesi l'anno; altri sei li passerà alla luce del sole, diventando così la prima Proserpina (maschio) della storia.

In un altro mito, infatti, Inanna cala agli inferi, forse per conquistarvi un grande potere; viene però spogliata, nell'attraversare le sette porte dell'inferno, dei suoi sette emblemi di potere. Arrivata nuda e prostrata alla meta, viene messa a morte dalla sorella regina infernale, e trasfomata in un cadavere dalla sua occhiata di pietra viene appesa a un chiodo; solo dopo una lunga peripezia viene resuscitata, per l'intervento di un altro dio che la manda a recuperare. Deve però trovare qualcuno che la sostituisca nel regno infernale; se ne torna così sulla terra, tallonata da presso da un gruppo di cupi dei infernali, incaricati di riportare indietro il sostituto non appena l'avessero trovato. Gli dei che accompagnano Inanna sono terribilissimi: non accettano nessun sacrificio - la farina e il sale che si cospargevano a terra, vicino agli altari - e non possono essere placati.

le divinità infernali offrirono loro l'acqua del fiume, ma essi non l'accettarono
offrirono loro il grano dei campi, ma essi non l'accettarono

erano degli esseri che non conoscevano il cibo, non conoscevano l'acqua,
non mangiavano la farina cosparsa di sale,
non bevevano l'acqua delle libazioni,
erano di quelli che staccano la sposa dal petto dell'uomo,
e strappano il bimbo dal seno della nutrice


La storia finisce con Inanna che consegna Dumuzi ai demoni perchè prenda il suo posto negli inferi.

In questa letteratura sostanzialmente spregiudicata c'è anche un messaggio di un figlio a una madre, in cui ogni vergogna edipica è bandita. Il figlio celebra la madre - che non sopporta di essere separata da lui - come fosse un'amante ideale, e dà al messaggero indizi attraverso cui riconoscerla per consegnarle il messaggio. Innumerevoli, varie, creative e immaginifiche sono le metafore con cui la madre viene descritta; tra le altre, ci sono metafore alimentari.

Il testo completo del corteggiamnto di Inanna da parte del pastore e del fattore, qui.


........
Ella che è amata, cara, piena di vita,
Agnello, buona panna, miele, burro che cola dal cuore,
........
Una perfetta statuina d'avorio, piena di fascino,
Un angelo di alabastro, su un piedistallo di lapislazzuli.
.........
Mia madre è la pioggia nella sua stagione, l'acqua per il grano interrato,
Una ricca messe, un ottimo orzo.
.........
Un dolcissimo dattero di dilmun, un dattero eccellente, molto ricercato.


Il tutto è tratto dal prezioso libretto che un dio sumero mi fece comperare tanti anni fa, e che fa parte della mia letteratura preferita I sumeri alle radici della storia. Il popolo più antico e i fondamenti della civiltà umana, S.N.Kramer, Newton Compton 1979.

******************
La dama altolocata della prima statuetta, sumerica e alta 36cm, del 2500 circa, è stata rinvenuta a Khafagia ed era nel museo di Bagdad (non oso pensare che fine abbia fatto); la piccola testa indossante un polos (così si chiama quel bel zuccotto bombato) è stata scoperta a Mari; come la prima è risalente alla prima metà del III millennio ed è conservata al Louvre, ma ce n'è una gemella a Damasco con la quale ho avuto occasione di guardarmi negli occhi.

Le due immagini, da Jean Bottèro, Dai Sumeri ai Babilonesi. I popoli della Mesopotamia, Electa/Gallimard 1996.



La foto di Kramer mentre riceve un premio da qui.

5 commenti:

papavero di campo ha detto...

che meraviglia il discorso amoroso! premonizione e conferma che è Amor che muove il mondo, penso anche abbondantemente al Tantra, alla cultura tantrica devozionale dell'incontro amoroso, certo molto più recente rispetto ai sumeri, ma che però attingeva ai Veda, quindi notte dei tempi ma notte comunque riscaldata dai sentimenti dell'amore immortalati e rappresentati in una magia che ci è sfuggita: re e regina, deus e dea, uomo e donna! da brividi se si pensa cosa siamo diventati oggi!
"tu m'hai avvinta lascia che resti tremante davanti a te"
"io so come allietare la tua anima"

e l'inno al latte cos'è se non il più antico inno di gratitudine al seno della madre? anche una donna, mammifera come una capra è dispensatrice del Nutrimento Primo a cui ogni essere vivente è condannato e debitore!

papavero di campo ha detto...

la lettura ha suscitato un rimando associativo che è poi voluto diventare un post,
ringrazio te, il tuo zelo devozionale!

artemisia comina ha detto...

campigli perfetto cantore della non dimenticata dea (addomesticata ma non doma).

marzia ha detto...

povero pastore!

artemisia comina ha detto...

marzia, c'è un aspetto della storia che aggiungerò, riguarda il pastore e te lo dedicherò. a breve ;)

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