domenica 10 gennaio 2010

FRANCIA. PARIGI. LOUVRE. I RITRATTI DI PALMIRA.


















Quale premonizione - be', l'idea c'era già - mi spinse, quando siamo stati a Parigi nella prima metà di dicembre ad attardarmi per fotografare questi signori, ricco bottino del museo, trasportati fin qui dall'oasi di Palmira, mentre il guardiano chiudendo le porte già ci cacciava via?

E' che di premonizioni non ho bisogno per soffermarmi su questi ritratti palmireni, che massimamente mi affascinano. Ah, codesti placidi signori e signore che nel III secolo dopo Cristo omaggiavano il dio Baal in un immenso tempio dorato; personaggi dalle morbide carni, dagli occhi eccessivi e meditabondi, dalle sopracciglia fitte e ricciolute, dai turbanti orientali che si sovrappongono uno sull'altro, dai gioielli giganti, dai tessuti pesanti e ricchi e - quando l'occasione ti permette di vederlo, ad esempio su qualche statua ancora in loco a Palmira stessa, o nel museo di Damasco - dai pantaloni molli e drappeggiati, dalle cinture cesellate, dai molteplici cuscini morbidi trattenuti da passamanerie riccamente ricamate.

Questa statuaria, come l'architettura funeraria alla quale appartiene, pone problemi allo storico: mentre la città è sufficientemente ellenistica e romana, queste facce lo sono poco. Da dove vengono questi volti dal rigoroso assetto frontale, rivolti forse a dio e certamente a noi? Si dice che i loro occhi fortemente espressivi, che per altro i bizantini ricorderanno, le loro mani sempre impegnate a parlarci entro un fitto codice simbolico, le loro vesti persiane, ricordino l'arte che precede il diluvio ellenistico di Alessandro, che parlino ancora di Sargon, della Persia, dei Parti.

Le foto sono state scattate durante una nostra assai tranquilla visita nell'ala delle antichità orientali del Louvre; il venerdì sera il museo è aperto fino a tardi, e avendo l'accortezza di prendere un biglietto via web, si farà una visita rilassata.

Segnalo - anche a me stessa, che ancora non li ho visti - che dal 2000 nei Musei Vaticani sono esposti tredici rilievi palimireni; tre erano già del museo, dieci sono un lascito di Federico Zeri, interessato studioso del passaggio dall'arte classica a quella medioevale e presunto discendente - la faccia ce l'aveva - di una famiglia di Homs.

Foto di Artemisia e Nunchesto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Curioso come, pur con il disegno stereotipo di labbra e sopracciglia e l'enfasi trabordante data agli occhi che si notano nella maggior parte di questi ritratti, le facce siano proprio facce: facce facciose per così dire.
E magnifici, raccontanti, tutti gli ornamenti.
Grazie.
orsy

artemisia comina ha detto...

infinita seduttività delle facce.

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