domenica 10 gennaio 2010
SIRIA. VERSO PALMIRA
Il viaggio prevedeva varie ore di pullman. Un grande, vecchio pullman per otto sparse persone, un autista silenzioso, una grassa guida sorniona, propensa a chiacchiere siriache con l'autista sorridente e a lasciarci dormire.
Dormire, sognare, guardare, restare con se stessi; amo i viaggi in pullman. Ancora di più se ai lati scorrono cieli ampi, ombre e chiazze di sole, sabbie ambrate, deserti e tundra punteggiata di pecore dalla ricca lana, asinelli abbigliati con colorate coperte, pastori in kefiah, e lontano cammelli e accampamenti di tende.
Cerco di capire: due - almeno - i tipi di beduini: quelli dei cammelli, con spostamenti di amplio raggio, quelli delle greggi, con spostamenti di piccolo raggio. Con zone di influenza contrattate e precise. E poi mi viene in mente la guida che dice: guardate le tende, se non sono di lana, sono zingari! Insomma, il deserto è fittamente e variamente popolato.
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4 commenti:
Sto ripercorrendo il mio viaggio insieme a te!!!
con la tua descrizione mi hai ricordato l'esperienza dei due viaggiatori ne "Il tè nel deserto", viaggiatori, non turisti, come tengono a precisare loro stessi... meraviglioso il cielo e stupendi i paesaggi maculati di ombre e chiazze di sole... ciao artemisia, buona settimana
che posti... grazie per avermici portata :-)
amo percorrere anche distanze lunghe, attraversare, vedere i mutamenti del territorio; anche, qualche volta, patire così bruttezze, ma spesso assaporare non deputate bellezze.
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